Il presidente dell’Inps Tito Boeri ha illustrato ieri alla Camera la Relazione annuale dell’Istituto. Molti i temi affrontati e le proposte a volte provocatorie per il futuro dell’occupazione e della previdenza dei lavoratori in Italia.
Innanzitutto la proposta di una variazione nel nome da " Istituto della previdenza sociale" a "istituto della protezione sociale", per riflettere meglio quanto l'ente fa ogni giorno, erogando 440 miliardi di prestazioni di cui solo 150 di natura previdenziale. L'lnps si occupa infatti , sempre più, di APE sociale, assegni familiari, Bonus mamma, social card , voucher ecc..., oltre che delle pensioni.
In materia di immigrazione e previdenza sociale Boeri ha esposto i dati di studi INPS per cui si puo affermare che “chiudendo le frontiere rischiamo di distruggere il nostro sistema di protezione sociale in quanto l’azzeramento» dei «flussi in entrata di contribuenti extracomunitari» produrrebbe per il 2040 un buco di 38 miliardi per le casse dell'Inps, calcolando il saldo tra 73 miliardi in meno delle attuali entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate a immigrati.
Per quanto riguarda le pensioni, il presidente Boeri si è detto contrario al blocco dell’adeguamento dell’eta pensionabile alla speranza di vita, che "scaricherebbe ulteriori costi sui nostri figli ". Il blocco è stato richiesto dai sindacati ed è oggetto di discussione con il Ministro del lavoro proprio in questi giorni nell'ambito della fase 2 della riforma pensioni.
La relazione presenta ovviamente anche dati aggiornati sugli assegni pensionistici :
- i pensionati italiani in totale nel 2016 erano 15,5 milioni
- 5,8 milioni quelli che hanno avuto un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese, cioè il 37,5% del totale (in leggero calo dal 38% del 2015).
- Sono invece circa 1,06 milioni i pensionati che percepiscono più di 3.000 euro al mese.
Sugli incentivi all’occupazione ha sottolineato come il Jobs act con il contratto a tutele crescenti abbia favorito lo sviluppo di aziende piccole (sotto i 15 di pendenti) verso una dimensione maggiore, grazie alla parificazione delle tutele. Ha anche affermato, però, che una volta che gli incentivi per i contratti a tempo determinato termineranno a fine 2017 c’è il rischio che i contratti a termine torneranno piu appetibili, con un impatto negativo forte sui redditi e successivamente sulla previdenza soprattutto dei giovani, destinatari di questi contratti nella prima parte delle loro carriere nella stragrande maggioranza dei casi . Per questo propone di defiscalizzare una componente contributiva all’inizio della carriera lavorativa.
Non sono mancate le critiche ad esempio sulla situazione delle casse integrazione, che a suo dire dovrebbero essere uno strumento destinato alle emergenze, mentre spesso erogano prestazioni per periodi lunghissimi, grazie anche all'intervento delle Regioni.
Ha anche giudicato una misura ancora insufficiente il Reddito di Inclusione, approvato per il 2018, anche se si puo considerare un passo avanti rispetto a Sia, Asdi e social card. L’Inps è stato incaricato dal Governo a gestire la nuova prestazione sociale in collaborazione con gli enti locali.
Infine in materia di amministrazione dell’istituto, il presidente ha sottolineato che dopo la consistente riorganizzazione dell'ente, ancora in corso, il costo netto del servizio nel 2016 è stato pari a 3,3 miliardi, contro gli oltre 4, 5 del 2012, a fronte di una gestione ed erogazione di 440 miliardi di prestazioni sociali., e con un ridimensionamento del 20% del personale dipendente.