In una direttiva approvata dal dipartimento della Funzione pubblica emergono le linee guida per l'applicazione dello smart working per i lavoratori del pubblico impiego.
Le istruzioni generali prevedono innazitutto che ogni ente organizzi autonomamente per i proprio personale e che, come previsto dalla legge in attesa di pubblicazione in Gazzetta, non si possano avere disparità economiche o di avanzamento di carriera per i lavoratori che lo richiedono . Altre linee indirizzo riguardano:
- i «criteri di priorità» per cui dovrebbero avere la precedenza nel lavoro agile i dipendenti con situazioni di svantaggio personale, sociale e familiare, e coloro che si impegnano in attività di volontariato.
- l'obiettivo di coinvolgere almeno il 10% dei dipendenti pubblici nel prossimo triennio
- fasce di reperibilità dei lavoratori per il controllo dell'attività anche se andranno valutati i risultati ottenuti
- valutazione dei dirigenti anche su questo aspetto organizzativo, per il quale si suggerisce di partire con progetti pilota con un numero limitato di dipendenti per testarne la fattibilità
Si evidenziano inoltre potenziali criticità nella fornitura di strumenti di lavoro informatici , contrapposta agli strettissimi vincoli di bilancio, per cui si invita a prevedere l'utilizzo di mezzi informatici del dipendente a meno che le amminsitrazioni interessate non riescano proprio con il telelavoro a realizzare risparmi da destinare a questo scopo . Altro problema da non sottovalutare a questo proposito anche la necessità di assicurare la totale sicurezza informatica .