Le pensioni dei giornalisti passano al contributivo e l'età si innnalzera progressivamente fino ai 66 ani e 7 mesi. Il ministero dell'economia ha approvato alcune delle nuove norme predisposte dall'INPGI l'istituto di previdenza dei giornalisti italiani , che entrano in vigore dal 1 gennaio 2017.
Le novità principali sono:
- il passaggio al sistema contributivo per il calcolo delle pensioni (legge n. 335/1995)
- innalzamento dell'età per la pensione di vecchiaia a 66 anni per gli uomini e 64 per le donne nel 2017 con 20 anni di contributi versati. Nel 2019 serviranno 66 anni e 7 mesi per tutti . Per la pensione di anzianità invece sono necessari 62 anni di età con 38 anni per il 2017, 39 nel 2018 e 40 nel 2019. E' previsto in ogni caso l'adeguamento all'innalzamento della speranza di vita.
- introduzione di un contributo di solidarietà progressivo per le pensioni piu alte che andra dal 1 % per gli assegni da 38mila a 57mila euro lordi , al 20% per quelle oltre i 200 mila euro
Sono previste clausole di salvaguardia per chi ha maturato i vecchi requisiti entro il 31 dicembre 2016 : 65 anni di età per gli uomini e 62 per le donne.
Come detto alcuni punti della riforma non hanno avuto l'approvazione dei ministeri vigilanti ma saranno riconsiderati ,con chiarimenti e maggiori dettagli sui conti e cioè:
- il tetto alla pensione contributiva ,
- il massimale per i contributi figurativi e
- le clausole di salvaguardia sui vecchi requisiti per la pensione riservati ai giornalisti dipendenti da aziende in crisi .
Bocciate definitivamente infine l'adeguamento facoltativo all'aspettativa di vita e l'applicazione del cumulo contrbutivo con le vecchie regole per le pensioni liquidate fino al 2016