In data 12/07/2016 è stato siglato l’accordo di rinnovo del CCNL Commercio Confesercenti, applicato ai dipendenti di aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi.
Tra gli elementi oggetto dell’intesa segnaliamo il mercato del lavoro, la classificazione del personale e la disciplina in materia di orario di lavoro.
Viene prevista, già con decorrenza da luglio 2016, una tranche di aumenti retributivi di € 45 sul IV° livello ed un aumento economico complessivo di € 85 al IV° livello, che andrà riparametrato per gli altri livelli.
La nuova scadenza del CCNL Commercio Confesercenti è fissata al 31 dicembre 2017.
Oltre agli aumenti retributivi, viene prevista l’erogazione di un importo a titolo di una tantum di € 290, a copertura del 2015, oltre ad un apposito Protocollo in materia di aperture domenicali e festive.
A tal proposito, viene previsto che entro il 31 dicembre 2016, le Parti si dovranno accordare per l’individuazione di almeno 12 giornate domenicali o festive all’anno, nelle quali verrà prevista la chiusura dell’attività commerciale.
Non del tutto soddisfatto il segretario della UILTucs che ha dichiarato: «Dopo una trattativa laboriosa, impegnativa e pesante con Confesercenti, esprimiamo da un lato la convinzione di avere fatto la cosa giusta nel firmare l’accordo di rinnovo contrattuale, nelle condizioni date, per garantire ai lavoratori del comparto un adeguamento salariale più che dovuto. Dall’altro lato, però, non possiamo non rammaricarci per l’atteggiamento recalcitrante e di immotivata chiusura della stessa Confesercenti per quello che riguarda il recupero retributivo completo per i lavoratori interessati rispetto al Contratto collettivo firmato tempo fa con Confcommercio. Solo il nostro senso di responsabilità, per evitare uno stallo dannoso per i lavoratori, e lo spirito unitario ci hanno determinato a firmare l’intesa. Sia ben chiaro, però, che il nostro punto di riferimento rimane il Contratto Confcommercio anche per quello che concerne gli altri rinnovi ancora aperti e sui quali è bene che le associazioni datoriali non si facciano la minima illusione».