Un tema molto sentito dai Dottori Commercialisti è la recente intensificazione da parte dell'Amministrazione finanzaria di accertamenti presuntivi basati su compensi non dichiarati per le dichiarazioni trasmesse. La questione sorge dai confronti che l'Amministrazione finanziaria applica tra:
- le dichiarazioni trasmesse dal professionista abilitato;
- le dichiarazioni fatturate ai diversi clienti.
Per le dichiarazioni (redditi, irap,..) gratuite scatta l'accertamento presuntivo, che ipotizza compensi tra i 170 e i 670 euro, a seconda del tipo di modello Unico.
Con Comunicato stampa del 30 maggio 2016 l'ANC (Associazione Nazionale Commercialisti) dissociandosi da questo comportamento dell'amministrazione finanziaria precisa che: " L’Agenzia delle Entrate non tiene conto di una serie di circostanze. "
I rilievi che l'ANC antepone sono i seguenti:
- "l’attività dichiarativa è spesso esercitata a margine di una consulenza più ampia, la cui entità economica viene spesso calcolata con un forfait annuale che comprende diversi servizi quali la contabilità, le buste paga ecc…"
- la cerchia della prestazione gratuita non sempre è limitata ai congiunti → secondo il fisco la predisposizione e l'invio delle dichiarazioni senza profitto, è ammissibile solo per i congiunti, in quanto in evidente anti-economicità per il professionista.
- le tariffe realmente applicate sono diverse da quanto previsto dall'Amministrazione finanziaria e non sono chiari "i presupposti su cui detti importi siano stati determinati, uniformando le casistiche più diverse che si possono presentare nell’ambito di un tipo di dichiarazione."