Con l’emendamento inserito nella legge di conversione del decreto legge sulla scuola, già approvato al Senato e ora all’esame della Camera, le regole per il calcolo dell'ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) delle famiglie con disabili ritornano ad essere quelle utilizzate in passato, dal 1998 al 2014, prima della riforma. Il Consiglio di Stato, infatti, ha bocciato con tre sentenze del 29 febbraio 2016, il sistema introdotto nel 2015, giudicandolo illegittimo in quanto include nel calcolo dell'Isee i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari riconosciuti ai disabili, e introduce delle franchigie differenziate per età. Il Consiglio di Stato ha bocciato le franchigie differenziate per età (non quelle per grado di disabilità). A fronte di questa decisione, più di un’associazione di tutela dei diritti dei disabili dava per certo il mantenimento delle altre franchigie (quelle graduate in base alla disabilità), ma il governo, nel recepire la decisione dei giudici, ha riportato tutto alla situazione pre-2015. Le franchigie, infatti, erano state introdotte per compensare l’inclusione dei trattamenti assistenziali nei redditi. Le erogazioni a favore dei disabili sono state scomputate e le franchigie sostituite da una maggiorazione di 0,5 punti nella scala di equivalenza che serve come divisore per calcolare l’Isee. La conseguenza è che il nuovo Isee avvantaggerà i nuclei familiari più benestanti e sarà probabilmente meno favorevole con quelli meno abbienti e quelli con persone non autosufficienti. Gli effetti concreti, però, sull’erogazione delle prestazioni agevolate non possono essere previsti con precisione.