La legge di stabilità appena approvata non ha modificato la riforma previdenziale Monti-Fornero sull’età di accesso alla pensione e sull’importo dell’assegno calcolato con il metodo contributivo. Dal 2016 dunque per le lavoratrici del settore privato l’età di uscita per vecchiaia passerà dai 63 anni e 9 mesi a 65 anni e 7 mesi (compreso l’innalzamento di 4 mesi dell’aspettativa di vita), mentre per le autonome la pensione arriverà dopo aver compito 66 anni e un mese. l’opzione-donna in Stabilità prevede però la possibilità per le donne che entro il 2015 compiono 57 anni e tre mesi di età (o 58 le autonome) e 35 di contributi di uscire dal lavoro anche l’anno prossimo, con la “finestra mobile” di un anno per le lavoratrici dipendenti, un anno e mezzo per le autonome).
Per le donne sarà possibile andare in pensione prima dell’età di vecchiaia solo in presenza di 41 anni e 10 mesi di contributi. Il successivo gradino che sposterà ancora l’eà pensionabile sccatterà nel 2018 con la parificazione alla stessa età degli uomini, ovvero a 66 anni e sette mesi. Per le lavoratrici del pubblico impiego questo requisito che scatta già dal prossimo anno
Nel 2016 scatteranno anche i nuovi coefficienti del montante contributivo previsti dalla riforma Dini a partire dal 1996. La sola quota contributiva dell’importo pensionistico quindi a parità di età di uscita risulterà più bassa perché sarà moltiplicata per un coefficiente inferiore