Con la sentenza n. 40272/2015 della Terza sezione penale depositata ieri, la Corte di Cassazione ha applicato per la prima volta le nuove norme sulla depenalizzazione dell'abuso del diritto, la riforma entrata in vigore lo scorso 1° ottobre. Così, i giudici nella sentenza, con la classica formula «perchè il fatto non è più previsto dalla legge come reato», hanno di fatto prosciolto un rappresentante legale di una società che era già stato condannato due volte dai giudici di merito. La sentenza mette in evidenza come, per effetto dell’articolo 10 bis, comma 13, della Legge n. 212/2000 (lo Statuto dei diritti del contribuente), appena introdotto, le contestazioni fondate sull’elusione fiscale e sull’abuso del diritto non sono più punite sul piano penale, semmai su quello amministrativo infliggendo una sanzione dal 100% al 200% della maggiore imposta.