La Corte di cassazione, con la sentenza n. 1845 del 29 gennaio 2014, ha affermato che, nel caso in cui il contribuente provveda alla presentazione della dichiarazione annuale IVA con un ritardo superiore a quello massimo stabilito affinché la dichiarazione risulti comunque validamente presentata (90 giorni), la dichiarazione risulta omessa. Pertanto, se da tale dichiarazione emerge un credito IVA, il contribuente perde la possibilità di portare in detrazione tale credito. Il contribuente conserva, tuttavia, la possibilità di chiedere il rimborso della somma versata in eccesso rispetto all'imposta dovuta, purché ovviamente la richiesta avvenga entro il termine di prescrizione del rimborso stesso.
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DICHIARAZIONE IVA ANNUALE OMESSA, NIENTE DETRAZIONE DEL CREDITO
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Dichiarazione Iva annuale omessa, niente detrazione del credito
Il contribuente può, comunque, chiedere il rimborso della somma versata in eccesso
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Miky - 13/02/2014
Un "pozzo di San Patrizio" ecco cos'è lo Stato italiano. Secondo me c'è qualcuno che sta sveglio anche la notte per pensare a quali regole, tagliole, penality, può mettere a carico del contribuente per fargli perdere i suoi denari. E comunque, si continuano a mettere limiti imprescindibili da parte di uno Stato che non è in grado di rispettare nessuna scadenza. Perchè non diciamo allora che trascorsi sei mesi (voglio esagerare) dal termine di un versamento, se non si accorgono che non è stato fatto, e non ci chiedono i soldi, non possono più richiederceli ? Perchè per noi sono tre mesi e per loro le prescrizioni sono 10 anni ? Facciamo che le regole sono uguali per tutti ?
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