La Corte di Cassazione, sezione penale, con sentenza n. 36050 del 20 settembre 2012, ha affermato che la società che contabilizza e deduce fiscalmente costi per carburante in misura sproporzionata rispetto all’ammontare delle relative prestazioni è passibile del reato di infedele dichiarazione finalizzata all’evasione fiscale. Di conseguenza, è legittimo il provvedimento di sequestro per equivalente sui beni mobili e immobili di proprietà del legale rappresentante della società, anche senza la preventiva escussione del patrimonio dell’ente.