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INDAGINI FINANZIARIE: L’AGENZIA PENSA AD UNA REVISIONE DELLA PRESUNZIONE DI NERO

Indagini finanziarie: l’Agenzia pensa ad una revisione della presunzione di nero

L’Agenzia intende rendere più elastica la presunzione di nero per i prelevamenti bancari non giustificati da parte dei lavoratori autonomi

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L’Agenzia delle Entrate sta pensando di aggiornare quanto affermato nella Circolare n. 32/E/2006 in tema di indagini finanziarie sui conti correnti, in particolare sui prelevamenti di professionisti e imprenditori individuali dai propri conti. L’obiettivo è quello di rendere più elastica l’applicazione della presunzione di nero in assenza di giustificazioni sui movimenti, anche alla luce del nuovo obbligo di comunicazione dei movimenti bancari posto a carico degli istituti di credito da parte del Decreto salva-Italia. Ad esempio, non vi sarà necessariamente presunzione di nero se il contribuente preleva importi non giustificati, ma di entità di molto inferiore al reddito dichiarato; al contrario, si applicherà la presunzione di nero se le somme prelevate senza giustificazione sono pari o superiori al reddito dichiarato.

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nicola - 25/05/2012

E' tutto desolante. C'E' una ditattura fiscale per la quale la proprietà privata non esiste più a prò di una elite autorizzata a rubare e non rendere conto a nessuno degli sperperi a danni dei cittadini usarpati.

michy - 22/05/2012

Io a volte dubito della razionalità dei nostri legislatori, specialmente di quelli fiscali. I pochi incauti che ingenuamente versano nei loro conti correnti i proventi di prestazioni "in nero" sono oggetto di dileggio da parte dei più. Sia che i conti bancari siano monitorabili, sia che non lo siano, solo uno sprovveduto può pensare di versare quelle somme in banca per poi riutilizzarle al bisogno andandole a prelevare. Difatti le grosse somme della malavita organizzata fanno molti "giri" prima di venire impiegate in investimenti o attività alla luce del sole. Il discorso poi "si applicherà la presunzione di nero se le somme prelevate senza giustificazione sono pari o superiori al reddito dichiarato", è anh'esso abbastanza discutibile: significa che un lavoratore autonomo non può risparmiare per anni e poi spendere tutti i suoi risparmi senza incorrere nel rischio di verifica? La verità è che ci sono troppe tasse, troppo alte, troppe norme, troppo farraginose. Basterebbe un unica tassa (da ripartire tra i vari enti dello Stato) ad aliquota equa, basata sulla valutazione globale del reddito delle persone fisiche o delle società. determinata in fase di dichiarazione dei redditi e pagata mensilmente durante l'anno. Si risparmierebbero tanti uffici impositori, tanti riscossori (corit-equitalia-aipa-ecc. ecc.)con conseguente maggiore disponibilità di denaro da destinare alle necessità sociali. E il legislatore si potrebbe risparmiare certe norme dal risultato incerto come l'arrampicata sugli specchi. Si Si risparmi

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