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IL VINCOLO DEL PAREGGIO DI BILANCIO ENTRA IN COSTITUZIONE

Il vincolo del pareggio di bilancio entra in Costituzione

Dal Governo via libera al Ddl costituzionale su pareggio di bilancio

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Via libera anche al disegno di legge (Ddl) per inserire in Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio a partire dal 2014. Il Ddl costituzionale approvato ieri dal Consiglio dei Ministri aggiunge un comma all’art. 53 della Costituzione, in base al quale la Repubblica italiana “persegue l’equilibrio dei bilanci e il contenimento del debito delle pubbliche amministrazioni, anche assicurando le verifiche a consuntivo e le eventuali misure di correzione”, in base a principi e criteri stabiliti con legge, “approvata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna delle Camere”. Viene poi modificato l’art. 81 per introdurre il divieto all’indebitamento, “se non nelle fasi avverse del ciclo economico, nei limiti degli effetti da esso determinati, o per uno stato di necessità che non può essere sostenuto con le ordinarie decisioni di bilancio”.
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EUGENIO FINOCCHIO - 09/09/2011

Per quanto posso ricordare, il Legislatore della Prima Repubblica in un periodo di profonda crisi dal 1973 al 1979, allorquando l’Italia restò fuori dal sistema monetario Europeo, anziché TAGLIARE su Diritti Costituzionali, aumentare la pressione fiscale, rincarare (oltre misura) i prezzi di prodotti a largo consumo (benzina, bollo, assicurazioni, ecc. ecc.) preferì INVESTIRE sulla ulteriore spesa del tipo: portare a regime lo STATUTO DEI LAVORATORI riconoscendo solo il Contratto di Lavoro a Tempo Indeterminato (dopo l’apprendistato); snellire la Previdenza (anticipando l’età pensionabile, ed estendendo garanzie anche agli INVALIDI); erigere OSPEDALI E CASERME in molti Comuni; costruire case popolari, strade, autostrade, ponti, porti, aeroporti; bonificare ed urbanizzare vaste aree del nostro territorio; sostenere il godimento di acqua, luce in ogni famiglia italiana ecc. ecc. A cornice di quanto detto, il nostro Debito pubblico non ha superato la soglia di 340 mld di €uro pari a circa il 60%del PIL (non comprensivo di quello in scadenza) e, si è dovuto fare i conti anche con un sanguinoso terrorismo (ALDO MORO e tantissimi altri oltre, a una maggiore spesa). Ciò, però, consentì di raggiungere il 6° posto (nella graduatoria mondiale) per industrializzazione e produzione oltre che realizzare un Sistema Sociale unico al mondo, con Diritti Inviolabili che potevano solo essere potenziati ma non cancellati come stanno facendo in questa seconda Repubblica). OGGI E’ dal 1993 che ci chiedono “lacrime e sangue”, Chiedo, aiutami a capire che fine hanno fanno tutte le ENTRATE ? esempio: quelle provenienti dal PIL; quelle provenienti dalla contribuzione; quelle provenienti da manovre aggiuntive di risanamento della spesa pubblica; quelle provenienti dal maggior introito per l’emissione di titoli di stato; quelle provenienti dal RISPARMIO DI SPESA per tagli inferti su DIRITTI COSTITUZIONALI (Lavoro, Previdenza,Sanità “continuano a chiudere gli Ospedali e nessuno ne parla, ci sono tanti comitati cittadini ma, nessuno gli da voce” ecc. ecc); quelle complementari provenienti dal prezzo della benzina gas, luce e di tutti gli altri aumenti che seguono a ruota? Non credi che, avremmo pagato anche il debito americano se, ci fosse stato un diverso modo di fare politica ? Chi, ha invece, autorizzato Comuni, Province, Regioni ed altri Enti a contrarre mutui o acquistare direttamente DERIVATI??? Chi ha incassato quest’ultima montagna di €uro generando un pericoloso debito Amministrativo??? Con questo scenario, si vuole scrivere nella Costituzione l’obbligo per le Amministrazioni dello Stato di chiudere il bilancio in pareggio (solo con questa modifica, temo che ci siamo giocati l’ART. 1 e tutti quelli che seguono nella ns. STUPENDA CARTA COSTITUZIONALE ) “Chi vivrà vedrà” DUE PERIODI POLITICI DIVERSI – DUE MODI PER FRONTEGGIARE UNA CRISI Oggi, è sacrosanto domandarsi Dove ci vogliono portare? Che modello sociale dobbiamo mutuare? Viva cordialità ps. salgono alcuni titoli e, i privilegi alla capitaneria imprenditoriale.

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