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PART TIME AGEVOLATO IN VISTA DELLA PENSIONE: ECCO IL DECRETO

2 minuti, 27/05/2016

Part time agevolato in vista della pensione: ecco il decreto

In Gazzetta il decreto attuativo per il part time agevolato riservato ai lavoratori prossimi alla pensione: nessuna penalizzazione dell'assegno

Forma Giuridica: Normativa - Decreto Ministeriale
Numero del 07/04/2016
Fonte: Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
Ascolta la versione audio dell'articolo

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18.5.2016 il Decreto  del MInistero del Lavoro del 7 aprile 2016 con le modalità di riconoscimento del part-time agevolato per il lavoratori vicini alla pensione, previsto  da una norma della legge di stabilità 2016.  Si tratta di  una misura sperimentale che intende promuovere un principio di "invecchiamento attivo", ovvero di uscita graduale dall'attività lavorativa.

A questa misura potranno ricorrere i lavoratori del settore privato con contratto a tempo indeterminato ed orario pieno, che possiedono il requisito contributivo minimo per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi) e che maturano il requisito anagrafico entro il 31 dicembre 2018. Per loro sarà possibile concordare col datore di lavoro il passaggio al part-time, con una riduzione dell'orario tra il 40 ed il 60%, ricevendo ogni mese in busta paga, in aggiunta alla retribuzione per il part-time, una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per l'orario non lavorato.

Per il periodo di riduzione della prestazione lavorativa, lo Stato riconosce la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata, in modo che alLa maturazione dell'età pensionabile il lavoratore percepirà l'intero importo della pensione, senza alcuna penalizzazione. 

Le modalità della richiesta

Il lavoratore interessato deve richiedere all'INPS -per via telematica se è in possesso del PIN, o rivolgendosi ad un patronato oppure recandosi presso uno sportello dell'Istituto- la certificazione che attesta il possesso del requisito contributivo e la maturazione di quello anagrafico entro il 31 dicembre 2018.

Dopo il rilascio della certificazione da parte dell'INPS, il lavoratore ed il datore stipulano un "contratto di lavoro a tempo parziale agevolato" nel quale viene indicata la misura della riduzione di orario.

Dopo la stipula del contratto, il decreto prevede il rilascio, in cinque giorni, del nulla osta da parte della Direzione Territoriale del Lavoro e, da ultimo, il rilascio in cinque giorni dell'autorizzazione conclusiva da parte dell'INPS.

La contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, viene riconosciuta nel limite massimo di 60 milioni di Euro per il 2016, 120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018. 

Il Decreto chiarisce, inoltre, che la somma erogata mensilmente dal datore di lavoro -di importo corrispondente ai contributi previdenziali sull'orario non lavorato- è onnicomprensiva, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente e non è assoggettata ad alcuna forma di contribuzione previdenziale, inclusa quella relativa all'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Tag: LAVORO DIPENDENTE LAVORO DIPENDENTE LEGGI E DECRETI LEGGI E DECRETI PENSIONI 2024 PENSIONI 2024

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DM lavoro part time agevolato
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Commenti

Miky - 18/07/2016

Non sanno proprio cosa farsene di tutti questi vecchi che costringono a lavorare!!!! Ora li fanno diventare pre-esodati o esodati part-time. Ma io mi domando: contributi figurativi + mancato versamento di contributi + maggior costo sanitario causato dalla malsana vita lavorativa in età avanzata in aggiunta agli oneri che la disoccupazione giovanile comporterà in futuro sono proprio meno costosi della scelta di mandare in pensione ad una età decente, oppure con una anzianità lavorativa di 40 anni ? ( e 40 anni sono TANTI). Si ha l'impressione che i nostri economisti, ancorchè laureati alla Bocconi, siano in grado di fare i conti come la proverbiale lavandaia. Ma qui non si tratta di fare un calcolo economico, è sempre più chiaro che qui si tratta di mettere una toppa ad anni di ruberie e mala amministrazione, per cui tutto fa brodo, anche le idee più balzane. Vorrei dire una cosa a politici e sindacalisti: noi lavoratori TREMIAMO ogni qualvolta vi sentiamo dire che rimetterete mano alle pensioni, anche se affermate che lo fate per aiutarci, per venirci incontro, per mitigare la legge Fornero, perchè alla fine tutto si traduce in ulteriori penalizzazioni e allungamenti . Se volete mitigare la legge Fornero, accorciatela di un anno e dateci la giusta remunerazione per i contributi versati e basta con questa marea di regole che non ci si capisce più niente e soprattutto non siamo più in grado di verificare se ci verrà liquidato ciò che ci spetta.

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