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DISTACCHI LAVORATORI EXTRAUE: OK ALL'OBBLIGO DI PERMESSO INDIVIDUALE

Distacchi lavoratori extraUE: OK all'obbligo di permesso individuale

Legittima la richiesta di un ulteriore permesso di soggiorno dello Stato membro ospitante, anche in presenza di permesso temporaneo del datore di lavoro

Il 24 giugno 2024, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha emesso una sentenza significativa nella causa C-540/22, riguardante i lavoratori extra UE distaccati. La questione principale verteva sulla legittimità della richiesta di un ulteriore permesso di soggiorno da parte dello Stato membro ospitante, anche se i lavoratori possiedono già un permesso rilasciato dallo Stato membro del datore di lavoro. La Corte ha stabilito che tale richiesta è giustificata, introducendo importanti considerazioni sul controllo e la sicurezza dei lavoratori distaccati all'interno dell'UE.

1) Il caso e i dettagli della controversia

Un'impresa slovacca aveva distaccato lavoratori ucraini presso una società nei Paesi Bassi per una missione nel porto di Rotterdam.

 Questi lavoratori possedevano già un permesso di soggiorno temporaneo rilasciato dalle autorità slovacche. Tuttavia, secondo la normativa olandese, dopo un periodo di 90 giorni, gli ucraini avrebbero dovuto ottenere anche un permesso di soggiorno olandese. 

La normativa olandese richiedeva inoltre il pagamento di diritti per ciascuna domanda di permesso.

I lavoratori ucraini hanno contestato questa normativa, sostenendo che essa violasse l'obbligo di rimuovere ogni restrizione alla libera prestazione di servizi all'interno dell'UE, come stabilito dall'articolo 56 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea (Tfue). 

Il giudice dei Paesi Bassi, investito dei reclami, ha rinviato  alla Corte di Giustizia per chiarimenti.

2) Distacco lavoratori extra UE: la decisione della Corte


La Corte di Giustizia ha confermato che lo Stato membro ospitante può legittimamente richiedere il rilascio di un permesso di soggiorno individuale per ciascun lavoratore extra UE distaccato, trascorsi tre mesi dall'entrata nel paese. 

La decisione si basa su due motivi principali di interesse generale:

  1. Certezza del Diritto: La concessione del permesso di soggiorno individuale garantisce la regolarità del distacco e attesta il diritto di soggiorno del lavoratore nello Stato membro ospitante. Questo controllo rafforza la certezza del diritto per i lavoratori distaccati, assicurando che la prestazione transfrontaliera di servizi avvenga in condizioni di legalità.
  2. Ordine Pubblico: L'obiettivo di verificare che i lavoratori cittadini di Paesi terzi non costituiscano una minaccia per l'ordine pubblico è considerato idoneo a giustificare una restrizione della libera prestazione dei servizi. Questo controllo è essenziale per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico all'interno dello Stato membro ospitante.

La Corte ha inoltre affrontato la questione dei diritti dovuti per il rilascio del permesso di soggiorno e ha  stabilito che, in conformità al principio di proporzionalità, l'importo di tali diritti deve essere approssimativamente equivalente ai costi amministrativi sostenuti per il rilascio del documento. Questo criterio evita che gli oneri finanziari per i lavoratori extra UE siano eccessivi o irragionevoli, garantendo un equilibrio tra la necessità di controllo e il rispetto dei diritti dei lavoratori.

3) Distacco lavoratori extra UE: Conclusioni


La sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea nella causa C-540/22 rappresenta un importante precedente per la gestione dei lavoratori extra UE distaccati all'interno dell'Unione Europea. La decisione sottolinea che la richiesta di un permesso di soggiorno aggiuntivo da parte dello Stato membro ospitante è legittima, purché tale richiesta sia giustificata da motivi di interesse generale come la certezza del diritto e la sicurezza pubblica.

Questa sentenza bilancia la necessità di controllo e regolamentazione da parte degli Stati membri con il diritto alla libera prestazione di servizi all'interno dell'UE.

 Riconoscendo la legittimità delle restrizioni imposte per motivi di sicurezza e ordine pubblico, la Corte assicura che tali misure non costituiscano ostacoli ingiustificati alla mobilità dei lavoratori e alla prestazione di servizi transfrontalieri.


Fonte immagine: Foto di ELG21 da Pixabay
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