Tra le novità delle ultime ore in legge di bilancio sarà probabilmente vista con soddisfazione il ritorno della decontribuzione Sud, anche se l’emendamento porta con sé una riduzione della percentuale di sgravio e anche degli incentivi complessivi destinati alle imprese del Mezzogiorno per lo sviluppo industriale. Il Sole 24 ore ha calcolato un saldo negativo per circa 2 miliardi di euro.
Vediamo in particolare la nuova formulazione della misura di sgravio contributivo per l'occupazione stabile nelle regioni del Sud descritta nel ultimo fascicolo di emendamenti della Camera.
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1) Decontribuzione Sud al 25%
La manovra approvata a ottobre aveva confermato, all'articolo 72 la decontribuzione Sud, richiedibile fino al 31.12 2024 solo per le assunzioni effettuate entro giugno scorso
Ora, con l’ultimo emendamento presentato dai relatori alla Camera, si ritorna anche per il 2025 alla decontribuzione per tutti i contratti a tempo indeterminato attivi nelle regioni meridionali.
L’intensità, però, è inferiore rispetto alla versione originaria:
- dal 30% si scende al 25% per il 2025 e
- si riconferma la progressiva diminuzione, che ora arriva fino al 15% nel 2029.
L'ultima proroga aveva previsto una riduzione dei contributi con una scala decrescente:
- per gli anni 2026 e 2027 l’esonero sarebbe sceso al 20%;
- per gli anni 2028 e 2029 lo sgravio sarebbe stato fissato al 10% .
La copertura finanziaria di questa misura è di circa 7,1 miliardi di euro fino al 2030.
Da segnalare che questa misura assorbe praticamente le risorse del Fondo per il contrasto al divario occupazionale e allo sviluppo delle aree svantaggiate, il quale destinava risorse specifiche per l’acquisizione di beni strumentali da parte delle imprese del Sud con una dotazione di 9,1 miliardi di euro fino al 2029.
In parallelo, lo stesso emendamento introduce alcune misure di compensazione per le imprese meridionali.
Vengono infatti riconvertiti 600 milioni di euro per il 2025 destinati al credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Mezzogiorno.
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Il Governo aveva previsto 3,2 miliardi di euro per il credito d’imposta ZES, ma le richieste effettive delle imprese si sono fermate a 2,55 miliardi e l'avanzo è stato quindi riallocato al 2025.
Giova ricordare sempre che occorre attendere l'approvazione del Parlamento comunque per la conferma dell'effettiva entrata in vigore della misura .
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