Il Collegato Fiscale in fase di conversione in legge contiene tanto la norma certa del rinvio degli acconti delle imposte per le PIVA al 2025, quanto alcune novità sul CPB.
Relativamente a quest'ultimo, vediamo come il rinvio per le PIVA del pagamento delle imposte, si concili con la tardiva adesione al patto col Fisco da espletarsi entro il 12 dicembre e con il pagamento degli acconti per chi abbia aderito entro il 31 ottobre quindi in modo ordinario.
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1) Rinvio acconti 2024 e adesione al CPB: facciamo il punto
La proroga del versamento degli acconti Irpef 2024 prevista da un emendamento inserito nella conversione del Dl n 155/2024 e annunciata da un comunicato stampa del Mef (leggi anche Acconto novembre delle PIVA: rinvio al 16 gennaio) premia quei soggetti che hanno aderito o aderiranno al concordato preventivo biennale CPB ( sempre che possano beneficiarne essendo in possesso dei requisiti per fruirne).
Intanto evidenziamo che la proroga riguarda certi specifici soggetti, ricalcando la norma già intervenuta l'anno scorso, ossia
l’articolo 4 del Dl 145/2023, consentendo ai titolari di partita Iva che nel 2023 hanno dichiarato ricavi o compensi di ammontare inferiore a 170.000 euro, di effettuare il versamento della seconda rata di acconto entro il prossimo 16 gennaio, eventualmente anche in 5 rate mensili di pari importo scadenti ogni giorno 16 del mese a partire da gennaio 2025.
Il rinvio però riguarda le imposte sui redditi, tutte le imposte sostitutive e la cedolare secca e non l’Irap né i contributi previdenziali.
Essendo nel frattempo intervenuto il CPB concordato preventivo biennale, misura agevolativa disciplinata dal Dlgs n 13/2024 occorre chiarire tra:
- chi ha già aderito al CPB entro la scadenza del 31 ottobre,
- chi lo farà entro il 12 dicembre grazie alla riapertura dei termini prevista dall'art 1 del Dl 167/2024.
Ricordiamo che il Dlgs 13/2024 prevede, per il primo periodo d’imposta di adesione al concordato, un sistema di determinazione degli acconti, sia per i soggetti Isa che per i forfettari, con scomputo di quanto già versato in estate.
I metodi di calcolo degli acconti contemplano:
- un sistema previsionale che si basa sul reddito e sul valore aggiunto della produzione concordati aderendo alla proposta,
- un sistema storico con maggiorazione che aggiunge al secondo acconto storico ordinariamente determinato una maggiorazione: del 10% ai fini delle imposte sui redditi e della sostitutiva per i forfettari ordinari, del 3% per i forfettari start up e del 3% ai fini Irap.
L'acconto così rafforzato, per i soggetti aderenti al CPB, potrà ora in virtù della proroga essere pagato a gennaio 2025 (fatte sale le condizioni imposte dalla norma per beneficiarne quali ricavi e compensi 2023 entro i 170mila euro)
Per i soggetti che invece intendevano aderire entro il 12 dicembre, già sapendo di dover ravvedere gli acconti, la norma sulla proroga degli acconti consentirà di evitare qualunque ravvedimento, versando l’acconto rafforzato da adesione al Cpb entro il 16 gennaio come unica o prima rata. (Leggi anche: Adesione al CPB entro il 12.12: acconti d'imposta ravvedibili)
Non tutti gli aderenti al CPB in ritardo potranno però fruire di questa agevolazione, ma solo coloro che, verificando la dichiarazione presentata per il 2023, integrata con l’adesione al Cpb, rispettano il limite di ricavi/proventi di 170.000 euro.