Il dr. Sergio Ricci è uno degli esperti italiani del settore non profit e cooperativo con particolare riferimento agli aspetti manageriali, organizzativi , finanziari, tributari e contabili. Come consulente di direzione è iscritto Apco 2012/0019 ed è qualificato internazionalmente (Certified management consultant). In tale veste di esperto collabora da circa venti anni con le più importanti riviste e testate, italiane e anche straniere, vantando circa 350 pubblicazioni sul tema del non profit. Tra le riviste e testate dove vi sono suoi articoli e commenti, si segnalano : la rivista Terzo Settore del Sole 24 Ore, Il Consulente Non profit del Quotidiano Avvenire, la Rivista della Guardia di Finanza dell’Ente Editoriale della Guardia di Finanza, la rivista Enti Non Profit di Ipsoa Wolters Kluver Editore, la rivista Non Profit di Maggioli Editore, il giornale Volontariato Oggi del Centro Nazionale del Volontariato, la Rivista Associazioni & Sport di Euroconference Editore, solo per citarne alcune. Tra le altre pubblicazioni, è autore del libro “Trust e Non Profit” ( gennaio 2013) pubblicato da Maggioli Editore ed è curatore del Codice del Non Profit pubblicato da Novecento Media Editore ( gennaio 2014). Tiene altresì molti corsi di formazione e seminari sul tema degli enti non profit, in particolare è docente al Corso di Specializzazione sul Terzo Settore e Non Profit tenuto presso l’Università Cattolica di Milano ed al Corso di Perfezionamento “Diritto, Fisco e Società Civile nel Terzo Settore” tenuto presso l’Università Statale di Milano. Lo Studio Professionale del dr. Ricci Sergio, da sempre specializzato nel non profit e nella cooperazione, è lo studio di consulenza che segue molte importanti realtà del terzo settore e dell’economia sociale italiana. Lo Studio professionale opera, in conformità alla legge 4/2013, fornendo un’assistenza complessiva a tutte le tipologie di enti non profit con particolare riferimento alla gestione direzionale, organizzativa, manageriale, contabile, finanziaria e tributaria ivi compresa l’assistenza allo sviluppo dell’economia innovativa e sociale. Maggiori informazioni si possono trovare anche su : www.riccisergio.com oppure su www.studioriccinonprofit.com
Il tema della sponsorizzazione e pubblicità tra soggetti lucrativi ed enti senza scopo di lucro con particolare riferimento agli aspetti di natura tributaria.
Sì all’autorizzazione dell’attività di commercio su aree pubbliche ad una società cooperativa sociale ONLUS. Questo è quanto previsto dalla risoluzione del Ministero dello Sviluppo Economico del 15 gennaio 2013 n. 6580.
L’Amministrazione Finanziaria ha esplicitamente riconosciuto per la prima volta al trust un’autonoma soggettività tributaria, estendendo ad esso l’imposta tipica delle società, degli enti commerciali e non commerciali con l’articolo 1, commi da 74 a 76, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Vediamo gli aspetti tributari connessi alla disciplina del trust, avendo sempre come riferimento precipuo l’oggetto del volume e cioè i trust per finalità sociali e quelli a favore di soggetti svantaggiati.
L’istituto giuridico del trust può essere uno strumento molto versatile per diverse problematiche, non escluso l’impiego importante nel settore non-profit delle finalità sociali dirette oppure a favore di soggetti svantaggiati e quindi con finalità sociali indirette.
Il crowdfunding rappresenta una forma di finanziamento collettivo aperto a singoli cittadini, imprese ed enti non profit che può offrire un’alternativa al prestito bancario ma anche alla cronica carenza di risorse per le attività innovative.
Gli enti non profit non rientrano tra i contribuenti che devono presentare la dichiarazione IMU il 4 febbraio 2013.
I corsi sportivi riconosciuti dalle Federazioni sportive nazionali non potranno più fruire dell’esenzione da Iva dopo la Legge di Stabilità 2013
Gli Emirati Arabi Uniti hanno procedure piuttosto semplici per la creazione di una società sul loro territorio, tenendo sempre presente il fatto che se l’azienda non viene costituita all’interno di una zona di libero scambio questa deve appartenere per il 51% ad un cittadino degli Emirati Arabi Uniti.
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