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ATTIVITÀ SPORTIVA: MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E CONTROLLO E SOLUZIONI OPERATIVE

Attività sportiva: modelli di organizzazione e controllo e soluzioni operative

I modelli di organizzazione e controllo dell’attività sportiva ex art. 16 del D.lgs. 28 febbraio 2021, n. 39 – possibili soluzioni operative in vista della scadenza del 31.08.2024

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Entro il prossimo 31 agosto 2024 (salvo eventuali proroghe come quella disposta dal CONI in extremis per la nomina del Responsabile Safeguarding posticipata al 31 dicembre 2024), le società sportive professionistiche, le società ed associazioni sportive dilettantistiche sono chiamate ad adottare modelli organizzativi e di controllo dell'attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale, sulla base delle linee guida adottate dalle Federazioni Sportive nazionali, Enti di promozione sportiva, in conformità a quanto previsto dall’art. 16, commi 1 e 2 del D.lgs. 28 febbraio 2021 n. 39, “Attuazione dell'articolo 8 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante semplificazione di adempimenti relativi agli organismi sportivi”.

Per chi è già dotato di un modello organizzativo ex D.lgs. 231/2001, in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche deve procedere alla relativa integrazione.

L’omessa adozione / integrazione del modello organizzativo comporta l’applicazione di sanzioni, secondo le procedure disciplinari adottate dalle Federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva.

Da tale quadro normativo appare chiaro che si è in presenza di un vero e proprio obbligo, il cui inadempimento è sanzionato mediante l’adozione di misure disciplinari, che potrebbero portare alla sospensione dell’affiliazione e alla conseguente eventuale impossibilità di partecipazioni.

1) Modello di organizzazione e controllo dell’attività sportiva: contenuto e prevenzione rischi

Trattasi, allora, di comprendere quale possa essere il contenuto di tali modelli organizzativi, quali debbano essere i codici di condotta, il set procedurale richiesto per essere conformi alla disciplina applicabile e non incorrere in sanzioni, al riguardo, il punto di riferimento è rappresentato dalle linee guida adottate della Federazioni Sportive nazionali, Enti di promozione sportiva, sulla base del Modello di Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui tesserati (Regolamento Safeguarding) adottato dal CONI, con Delibera n. 255 del 25 luglio 2023.

In particolare, le linee guida identificano quali siano le condotte costituenti fattispecie di abuso, violenza e discriminazione, che i modelli organizzativi devono prevenire: abuso psicologico, abuso fisico, molestia sessuale, abuso sessuale, negligenza, incuria, abuso di matrice religiosa, bullismo, cyberbullismo, comportamenti discriminatori.

Per quanto riguarda il contenuto, i modelli organizzativi devono prevedere:

  • le modalità di prevenzione e gestione del rischio in relazione ai fenomeni di abusi, violenze e discriminazioni,
  • protocolli di contenimento del rischio stesso e la gestione delle segnalazioni,
  • gli obblighi informativi in materia, al fine di garantire l’effettività del sistema.

Ai fini della prevenzione e gestione dei rischi, I modelli stabiliscono adeguate misure per l’individuazione delle specifiche aree di rischio nonché più in generale adeguati strumenti per la prevenzione e gestione dei rischi, prevedendo tra l’altro:

  1. l’adozione di adeguati strumenti per il pieno sviluppo della persona-atleta e la sua effettiva partecipazione all’attività sportiva;
  1. l’adozione di adeguati strumenti per l’inclusione e la valorizzazione delle diversità dei tesserati;
  1. l’adozione di adeguati strumenti di gestione e tutela dei tesserati, soprattutto minori, da parte dei tecnici e dei soggetti preposti, nel rispetto e promozione dei relativi diritti, durante gli allenamenti, le manifestazioni sportive e ogni attività anche collegata e connessa organizzata dalla società;
  1. la predisposizione di adeguati protocolli che assicurino l’accesso ai locali durante allenamenti e sessioni prova (soprattutto di tesserati minori) a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti ovvero a loro delegati;
  1. l’adozione di adeguati strumenti per incentivare l’adozione e la diffusione di apposite convenzioni o patti “di corresponsabilità o collaborazione” tra atleti, tecnici, personale di supporto e coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti;
  1. l’adozione di adeguati protocolli al fine di assicurare che i medici sportivi e gli operatori sanitari che riscontrino i segni e gli indicatori delle lesioni, delle violenze e degli abusi attivino senza indugio, nel rispetto della disciplina vigente, le procedure di segnalazione;
  1. l’adozione di adeguati protocolli che consentano l’assistenza psicologica o psicoterapeutica ai tesserati;
  1. l’adozione di adeguati strumenti per incentivare la frequenza alla formazione obbligatoria annuale e ai corsi di aggiornamento annuali previsti dalla FIGC in materia di safeguarding;
  1. l’adozione di adeguate misure per la sensibilizzazione sulla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi, con il supporto delle necessarie competenze specialistiche, anche sulla base di specifiche convenzioni stipulate dalla FIGC;
  1. l’adozione di adeguate misure di prevenzione in specifiche situazioni di rischio quali, in particolare ma non solo:
    • ambienti, luoghi e spazi in cui è facilitato il contatto fisico e l’esposizione fisica
    • (come spogliatoi, docce, etc.);
    • viaggi, trasferte e pernotti;
    • trattamenti e prestazioni sanitarie (e.g. fisioterapia, visite medico-sportive, etc.) che comportino necessari contatti fisici tra tesserati, soprattutto se minori e altri soggetti;
    • manifestazioni sportive di qualsiasi livello.

2) MOG attività sportiva: Safeguarding e codici di condotta tutela minori

Inoltre, va nominato il Responsabile Safeguarding; per cui un apposito capitolo del modello organizzativo deve essere dedicato ai criteri di identificazione del Responsabile, al ruolo, ai compiti, al sistema dei flussi informativi da e verso il Responsabile. 

Al riguardo, le linee guida richiedono l’adozione di un sistema, che consenta l’effettuazione e gestione di segnalazioni al Responsabile Safeguarding, di atti, comportamenti, omissioni in violazione dei modelli organizzativi, costituenti fattispecie di abusi, violenza, discriminazioni.

Inoltre, è richiesta l’adozione di codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione.

Pertanto, alla luce di quanto sopra, il set procedurale che i sodalizi sono chiamati ad adottare dovrebbe essere composto da:

  • Modello organizzativo e di condotta dell’attività sportiva
  • Policy di tutela per i minori e per le persone vulnerabili;
  • Policy anti-discriminazione;
  • Policy per la parità di genere;
  • Codice di condotta per staff e volontari;
  • Codice di condotta per famiglie e accompagnatori;
  • Codice di condotta per atleti;
  • Procedura di gestione delle segnalazioni;

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3) MOG attività sportiva: conclusioni

Trattasi, senza ombra di dubbio, di uno sforzo importante, ma che va fatto, tenuto conto del fine ultimo rappresentato dalla tutela dei minori, dalla tutela dei propri tesserati, nella prospettiva di estirpare dal mondo dello sport, ed, in particolare, dal mondo del calcio, comportamenti lesivi della partecipazione senza limiti e confini all’attività sportiva, nonché della dignità umana, perseguendo principi di lealtà, correttezza, probità sportiva, inclusione, rispetto delle diversità.   

Fonte immagine: Foto di Silviu on the street da Pixabay
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