Il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo nella “direttiva madre” (1), come da lui stesso definita, pubblicata e inviata all';Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (d’ora in avanti, per brevità, ARAN) il 12 gennaio 2024, individua, tra le indicazioni da seguire, come abbia un “ruolo fondamentale” la previsione di un moderno welfare aziendale e integrativo , al fine di contenere l’emorragia di dimissioni che stanno pervadendo il mondo della pubblica amministrazione poiché ritenuto non più attrattivo rispetto alle esigenze attuali dei lavoratori.
L’obiettivo posto in tale atto di indirizzo quadro politico riguarda, oltre agli aumenti per il rinnovo dei contratti, anche la formazione e il lavoro agile.
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1) Welfare aziendale nei contratti della pubblica amministrazione
Da inizio anno ad oggi l’ARAN ha avviato le trattative nei tavoli sindacali per il rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro ma, a seguito di alcune critiche mosse, in una recentissima intervista (2) , lo stesso ministro ha dichiarato che, nonostante fosse stato stanziato il 30% delle somme disponibili nella legge di bilancio (8 miliardi dei 24 miliardi totali) per il rinnovo dei contratti, per attutire e recuperare tutta l'inflazione sarebbero serviti 30 miliardi di euro.
Tralasciando il tema del rinnovo contrattuale che è sempre molto delicato e complesso, preme porre l’attenzione su un tema particolare, ossia il welfare.
Nonostante fosse uno strumento già presente nella precedente contrattazione, l’obiettivo in fase di negoziazione è quello di implementarlo e svilupparlo per il forte appeal che sta riscontrando anche nel mondo privato.
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2) Welfare aziendale: cosa si intende
Come noto, per welfare aziendale, letteralmente "benessere aziendale" si intende un insieme di benefit e prestazioni non monetarie erogate a favore dei dipendenti . L’obiettivo di tale strumento è quello di migliorare la qualità della vita e il benessere dei lavoratori nonché dei loro familiari.
Il presidente dell' ARAN, Antonio Naddeo, ha confermato in una intervista (4 ) che grazie al welfare aziendale "con poche risorse si possono sviluppare importanti benefici per i lavoratori” e che è uno strumento importante che bisogna saper sviluppare all'interno delle Pa.
Cercando di sintetizzare la trattazione di una materia ampia e complessa, si potrebbe dire che il welfare sia composto da un insieme di servizi, che permettono di ottenere un importante riduzione scale e ottimizzano il potere di acquisto.
Si pensi ad esempio ai fringe benefit che, in base all’attuale normativa, consentono di concedere fino a 1.000,00€ esenti ai lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati) aumentabili fino a 2.000,00€ se i lavoratori hanno figli fiscalmente a carico.
Per completezza, si ricorda che, a titolo esemplificativo e non esaustivo, sono fringe benefit i buoni spesa, i buoni shopping e i buoni benzina.
Si ricorda, infine, che oltre ai fringe benefit, che costituiscono la forma “più semplice” e immediata di welfare, esiste anche il welfare più “strutturato”, come ad esempio l’utilizzo di piattaforme che, mediante apposite convenzioni, erogano servizi ad personam per pagare attività ricreative tra cui, ad esempio, l’abbonamento della palestra dei lavoratori sia per sé che per figli (in sostanza il datore di lavoro paga l’abbonamento della palestra, il lavora ne beneficia e riceve tale servizio).
Uno dei motivi per cui tali strumenti sono in voga è dipeso sicuramente dal vantaggio sinallagmatico delle parti:
- da un lato le somme che riceve il lavoratore non concorrono a formare il reddito e,
- dall’altro, le somme che eroga il datore di lavoro garantiscono una migliore fidelizzazione del lavoratore stesso.
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3) Welfare aziendale i problemi applicativi nella PA
Come detto, se nel mondo delle aziende private questi strumenti sono ormai molto diffusi, non si può dire lo stesso del mondo pubblico.
Certamente non è cosa facile raggiungere gli obiettivi dichiarati dal presidente dell’Aran, ossia “portare il welfare aziendale a tutti i lavoratori, includendo anche quelli dei Comuni” ma è evidente
che la volontà e la direzione presso cui si sta andando.
Se dal punto di vista politico la via maestra da percorrere e seguire è chiara e, a più riprese e da più soggetti, come sopra evidenziato, è stata palesata, sussistono ancora dei problemi di natura tecnico- giuridica ed economica.
In particolare, una querelle ancora dibattuta risulta essere quella relativa alla possibilità di incrementare la parte variabile del Fondo delle risorse decentrate per finanziare piani di welfare integrativo del proprio personale e, se tali risorse, possano essere escluse dalla verifica del rispetto del limite di cui all’articolo 23, comma 2, del decreto legislativo n. 75/2017.
Si vedano a tal proposito:
- la Deliberazione 27 /2024/PAR 5 della Corte dei conti Sezione regionale di controllo per la Liguria che affronta tale tema ,
- la Deliberazione LOMBARDIA/91/2024/PAR 6 della Corte dei conti Sezione regionale di controllo per la Lombardia
- la deliberazione n. 248/2024/PAR 7 della Corte dei conti Sezione regionale di controllo per il Veneto.
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4) Welfare aziendale : conclusioni
Nell’attesa che vengano siglati e resi definitivi i rinnovi dei CCNL del comparto pubblico, si auspica che, per poter raggiungere gli obiettivi attesi, il legislatore anche per il tramite della funzione giurisdizionale, integri celermente le lacune che attualmente stanno causando impasse di natura giuridico-tecnica e permetta di fermare e contenere il fenomeno di spopolamento del personale pubblico.
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5) Welfare aziendale pubblico e privato: note al testo
2 https://www.ansa.it/sito/notizie/fisco_lavoro/2024/07/09/zangrillo-per-recuperare-inflazione-servirebbero-30-miliardi_497501bb-2afa-4c85-ace2-3654b0d5c74d.html
3 https://blog.osservatori.net/it_it/welfare-aziendale-come-funziona-benefici