Un sistema finanziario è un processo che si sviluppa in due tempi.
Nel primo tempo avviene che della quantità di moneta viene recuperata da terzi ed impiegata all’interno della impresa, nel secondo tempo avviene che la medesima quantità ricevuta viene restituita a chi l’ha fornita.
Vista in questo senso il sistema finanziario è da assimilare ad un ciclo generato da un flusso che si snoda in due fasi distinte e consecutive. Infatti, si ha che, partendo da una ben definita situazione finanziaria iniziale, il flusso, dopo aver percorso tragitti di utilizzo articolati e distinti, ritorna alle condizioni iniziali. Ciò avviene o
- generando il reimpiego totale di tutte le risorse acquisite e movimentate nel ciclo o
- generando, per effetto di una perdita parziale delle medesime, un reimpiego minore delle risorse finanziarie acquisite e movimentate.
Se si verifica che le risorse presenti nella situazione finale risultino almeno uguali a quelle iniziali allora si può affermare che siamo in presenza di un equilibrio finanziario, differentemente siamo in presenza di uno squilibrio finanziario.
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1) L’equilibrio finanziario: come si raggiunge?
A questo proposito bisogna considerare che le risorse finanziarie sono di profilo differente a seconda della velocità con cui si muovono all’interno del sistema.
Possiamo classificare queste risorse come risorse veloci o lente a seconda se si muovono o in maniera veloce o in maniera lenta. Da ciò ne consegue che quelle più veloci permangono nel sistema in un periodo minore rispetto a quelle meno veloci.
Chiamiamo le risorse con velocità maggiore come risorse di breve periodo, proprio perché permangono nel sistema in un tempo limitato e chiamiamo le risorse con velocità minore come risorse di lungo periodo proprio perché permangono all’interno del sistema in un tempo maggiore.
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2) L’equilibrio finanziario: risorse di breve e di lungo periodo
Quali sono le risorse di breve periodo e quali quelle di lungo periodo? Definiamo risorse di breve periodo tutte quelle che sono presenti nel sistema in un arco temporale minore o uguale ad un anno e definiamo risorse di lungo periodo tutte quelle che sono presenti nel sistema in un arco temporale maggiore ad un anno.
Se guardiamo con più introspezione all’interno del ciclo, rileviamo che le dinamiche di flusso delle risorse seguono un iter particolare. Precisamente avviene che le risorse provenienti da una generica sorgente non permangono nella sorgente ma vengono travasate in contenitori di utilizzo e quindi successivamente prelevate da questi per essere riportate alle condizioni iniziali di riutilizzo. Ecco perché un ciclo è fatto di due fasi, di cui la prima possiamo definirla quale fase di andata perché le risorse sono acquisite ed utilizzate e la seconda quale fase di ritorno proprio perché le risorse sono recuperate e ritornano alla fonte. Più precisamente,
- nella prima fase le risorse vengono acquisite e trasferite nei differenti contenitori finanziari (attività fisse e attivo circolante) e
- nella seconda le risorse vengono recuperate e restituite ai fornitori finanziari (Istituti di credito, soci fornitori di capitali, creditori).
Nella fase di andata non tutte le risorse finanziarie provenienti dalla sorgente possono essere utilizzate e per questo può generarsi un valore residuo di risorsa non utilizzata (per esempio i finanziamenti e i capitali netti vengono utilizzati solo in parte per l’acquisto delle attività fisse o risultano insufficienti e i debiti a breve possono superare i crediti a breve o viceversa). Chiamiamo questo valore residuo come differenziale finanziario.
Ma, come abbiamo visto, le risorse che entrano nel ciclo possono essere di breve periodo e di lungo periodo per cui abbiamo che i differenziali risulteranno essere di breve periodo o di lungo periodo.
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3) L’equilibrio finanziario: differenziale finanziario
Definiamo ora come differenziale di lungo periodo la differenza tra passività di lungo periodo e attività di lungo periodo (capitale netto + finanziamenti - investimenti netti) e come differenziale di breve periodo la differenza tra passività di breve periodo e attività di breve periodo (debiti a breve – crediti a breve – magazzino).
Poiché il residuo è il risultato di una differenza, esso può essere positivo o negativo a seconda se il risultato della differenza risulti positivo o negativo.
Se positivo la quantità presente nella sorgente è più che sufficiente a generarne l’utilizzo, se negativo la quantità della sorgente risulta insufficiente a generarne l’utilizzo. Nel primo caso parliamo di gettito finanziario mentre nel secondo parliamo di fabbisogno finanziario.
Per cui
- un differenziale di breve periodo positivo, implica un gettito finanziario generato, mentre
- un differenziale negativo indica un fabbisogno finanziario richiesto e parallelamente
- un differenziale di lungo periodo positivo, indica un gettito finanziario generato e
- un differenziale di lungo periodo negativo indica un fabbisogno finanziario richiesto.
Se ora consideriamo un ciclo, rileviamo che le risorse di andata, ricevute dal sistema e utilizzate nel sistema, saranno date dalla somma delle risorse di breve periodo con quelle di lungo periodo afferenti alla fase di andata e che le risorse di ritorno, recuperate dal sistema e restituite ai fornitori, saranno date dalla somma delle risorse di breve periodo con quelle di lungo periodo afferenti alla fase di ritorno.
Ma sappiamo che nel sistema finanziario, sia in andata che in ritorno, la somma delle risorse provenienti dai due differenziali deve dare come risultato zero, in quanto il gettito complessivo deve coprire interamente il fabbisogno. Differentemente, infatti, si genererebbe, in caso di valore negativo un arresto di flusso per insufficienza di risorse e in caso di valore positivo un’esondazione di risorse fino a ripristinarne l’uguaglianza.
Da questo se ne ricava che tra le quattro possibilità con cui possono combinarsi i due differenziali soltanto alcune potranno dare come risultato zero.
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4) L’equilibrio finanziario: le combinazioni dei differenziali
Poiché le quattro possibilità si riassumono in:
- differenziale di breve periodo negativo con differenziale di lungo periodo positivo;
- differenziale di breve periodo positivo con differenziale di lungo periodo positivo;
- differenziale di breve periodo positivo con differenziale di lungo periodo negativo;
- differenziale di breve periodo negativo con differenziale di lungo periodo negativo.
ne ricaviamo che se analizziamo le quattro modalità con cui le somme possono ritenersi reali, ovvero che danno come risultato della somma un valore uguale a zero, abbiamo che soltanto le situazioni presenti nella 1 e nella 3 possono dare questo risultato, in quanto un differenziale è positivo e l’altro è negativo.
Differentemente nella 2 ciò non è possibile in quanto la somma dei due differenziali dà sempre valore positivo e parallelamente anche nella 4 ciò non è possibile in quanto la somma dei due differenziali dà sempre valore negativo.
Ma sappiamo anche che un sistema finanziario è in equilibrio quando le risorse finanziarie ritornano intatte alle condizioni iniziali, ovvero quando almeno tutte le risorse possono essere riutilizzate.
Per cui avendo escluse le condizioni 2 e 4, in quanto non danno un differenziale totale pari a zero, dovremmo limitarci a considerare soltanto le condizioni 1 e 3 e verificare quale delle due risulti valida, ovvero sia in grado di far ritornare intatte le risorse alla condizione iniziale.
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5) L’equilibrio finanziario: la fase di ritorno e di andata
Ora se consideriamo la fase di ritorno, abbiamo che in questa fase
- devono essere restituite le risorse finanziarie ricevute e
- devono essere recuperate le risorse finanziarie cedute.
Poiché abbiamo mostrato che le risorse di breve periodo sono più veloci di quelle di lungo periodo e per questo nella fase di recupero sono più velocemente recuperabili, ne ricaviamo che le risorse di breve periodo provenienti dal differenziale di breve periodo calcolato nella fase di ritorno, proprio perché più veloci vengono recuperate in minor tempo rispetto a quelle più lente rappresentate dal differenziale di lungo periodo.
Pertanto, nella fase di ritorno il differenziale di breve periodo deve risultare positivo in quanto deve rappresentare un gettito a copertura del fabbisogno rappresentato dal differenziale di lungo periodo. Ciò deriva dal fatto che le risorse provenienti dal differenziale di lungo periodo risultano
- più lente da essere recuperate e
- impossibilitate per questo a generare risorse finanziare nello stesso tempo in cui il differenziale di breve periodo recupera risorse.
In definitiva possiamo affermare che affinché un sistema finanziario sia in equilibrio deve risultare
- che nella fase di ritorno il differenziale di breve periodo sia positivo e
- il differenziale di lungo periodo sia negativo. In questo caso risulta valida la condizione 3.
Per converso dal momento che la fase di ritorno è inversa a quelle di andata se ne ricava che nella fase di andata affinché un sistema finanziario sia in equilibrio deve risultare che
- il differenziale di breve periodo risulti negativo e
- il differenziale di lungo periodo risulti positivo. In questo caso risulta valida la condizione 1.
Per cui entrambe le condizioni sono valide a seconda se consideriamo il ciclo nella fase di andata o il ciclo nella fase di ritorno.
In sintesi, la validità dell’una implica la validità dell’altra
Indicando con:
- DLa il differenziale di lungo periodo nella fase di andata;
- DBa il differenziale di breve periodo nella fase di andata;
- DLr il differenziale di lungo periodo nella fase di ritorno;
- DBr il differenziale di breve periodo nella fase di ritorno;
la situazione di equilibrio finanziario può essere data solo e soltanto dalle seguenti due disuguaglianze equivalenti:
- DLa > 0 ; DBa < 0
- DLr < 0 ; DBr > 0
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