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GESTIRE L’EREDITÀ: SUCCESSIONE EREDITARIA, TESTAMENTO, FISCALITÀ

Gestire l’eredità: successione ereditaria, testamento, fiscalità

Cosa si intende per dichiarazione di successione? Quali sono gli effetti della dichiarazione di successione nei rapporti coi terzi?

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La successione ereditaria è un argomento complesso, con radici nel diritto romano e con un’applicazione pratica quotidiana.

La materia in oggetto è tanto specialistica quanto comune: l’eredità è un tema che tocca potenzialmente tutti noi, ma solo pochi hanno gli strumenti adatti a gestire operazioni che non si riflettono solo sul piano patrimoniale, ma anche (e soprattutto) sul piano emotivo e relazionale.

Il professionista è dunque chiamato a gestire le pratiche successorie consapevole di questi limiti.

L’ebook Gestire l’eredità è un’introduzione a quello che l’autore definisce “sistema di diritto successorio”, particolarmente complesso sotto il profilo legislativo e pragmatico.

Nel primo capitolo viene trattata la successione mortis causa ed i soggetti dell’eredità. Si accennerà a cos’è la successione ereditaria, chi interessa e chi ne è escluso. In particolare, si comprende chi eredita che cosa ed in che misura.

Il secondo capitolo è focalizzato sul testamento quale strumento principale per la successione ereditaria diversa dalle regole del Codice civile: cos’è un testamento (e cosa non è), qual è il suo contenuto minimo e cosa può prevedere al suo interno, quali sono gli errori più comuni visti nella pratica e come (o perché) impugnarlo.

Nel terzo capitolo sì affronta il tema dell’apertura della successioneossia: che cosa succede dopo la morte del de cuius. 

Il quarto capitolo è un breve excursus sugli aspetti fiscali della successione sempre nell’ottica pratica di chi deve gestire l’eredità come tecnico del diritto.

L’autore è l’avv. Giovanni Turina

Segue un breve estratto dell'e-book utile per comprendere cosa si intende per dichiarazione di successione e le conseguenze di questa per quanto attiene i nuovi rapporti degli eredi coi terzi.

Per approfondire si consiglia l'e-book: Gestire l'eredità

1) La dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione è lo strumento per mezzo del quale lo Stato può provvedere alla determinazione dell’imposta di successione gravante sugli eredi o, più in generale, sui soggetti obbligati a saldarla (nei casi e limiti già spiegati).

Ha ulteriori effetti, più incisivi e diretti per l’erede, che vedremo a breve.

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dall’apertura della successione, tranne in questi casi:

  • i chiamati all’eredità (o i legatari), siano essi nel possesso dei beni del de cuius o meno, rinunciano all’eredità prima della decorrenza del termine di legge: essi sono esonerati dal presentare la dichiarazione di successione, a condizione che comunichino tale circostanza all’Agenzia delle Entrate a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno -o presso l’Ufficio competente- allegando la copia autentica della dichiarazione di avvenuta rinuncia all’eredità, o la copia dell’istanza di nomina di un curatore dell’eredità, nella forma autenticata dal cancelliere del tribunale;
  • l’eredità viene devoluta al coniuge e/o ascendenti o discendenti in linea retta e, inoltre, non vi sono beni immobili (o altri diritti reali) e, infine, l’eredità ha un valore inferiore ad € 100.000,00=. In questo caso, non v’è l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione (art. 28, comma VII TUS);
  • vi sono degli eredi che hanno accettato con beneficio di inventario. In questo caso, la decorrenza del termine per inoltrare la dichiarazione di successione è dalla scadenza del termine per la formazione dell’inventario, o dalla sua chiusura;
  • vi è un mutamento soggettivo della delazione ereditaria (es. muore un chiamato all’eredità prima del termine per la presentazione della dichiarazione di successione): il termine decorre dall’avvenuto mutamento.
Per approfondire si consiglia l'e-book: Gestire l'eredità

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2) Gli effetti della dichiarazione di successione nei rapporti coi terzi

La dichiarazione di successione ha un notevole impatto per gli eredi: non solo per quanto attiene gli obblighi tributari, ma anche per quanto attiene i loro nuovi rapporti coi terzi.

Facciamo un esempio: Tizio muore, lascia tre figli e la moglie. Tizio, ovviamente, aveva un conto corrente dove erano depositati i propri risparmi. Alla sua morte, gli eredi ne danno comunicazione alla banca, che congela il rapporto contrattuale (il conto corrente) immediatamente (com’è d’obbligo).

Passato qualche tempo, gli eredi decidono di dividersi la giacenza del conto corrente: tuttavia, il personale della filiale gli riferisce che questo non può essere fatto fintantoché non viene loro presentata la prova dell’avvenuto inoltro della dichiarazione di successione.

Facciamo un altro esempio: Tizio, sempre lui, aveva una bella casa sul lago di Garda. Gli eredi sono intenzionati a venderla, tant’è vero che hanno già conferito incarico ad un mediatore immobiliare per rinvenire un qualche possibile acquirente. Passata qualche settimana, effettivamente qualcuno si è mostrato interessato: viene firmato il preliminare di compravendita, e si affida l’incarico ad un notaio.

La sorpresa è presto detta: il notaio, infatti, riferisce al promissario acquirente che l’abitazione dei suoi desideri non può essere, al momento, oggetto di alienazione. Questo, quantomeno, fintantoché gli eredi non presenteranno la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate.

Qual è la base normativa di tutto questo? L’art. 48 TUS.

Le casistiche trattate dalla norma sono molteplici:

  • Gli impiegati dello Stato e degli enti pubblici territoriali ed i pubblici ufficiali, con esclusione dei giudici e degli arbitri, non possono compere atti relativi a trasferimenti per causa di morte, se non è stata fornita la prova della presentazione, anche dopo il termine di cinque anni di cui all’art. 27, comma 4, della dichiarazione di successione o dell’intervenuto accertamento d’ufficio, e non è stato dichiarato per iscritto dall’interessato che non vi era obbligo di presentare la dichiarazione”. Pertanto, non è possibile alienare alcun bene senza presentazione della dichiarazione di successione;
  • I debitori del defunto ed i detentori di beni che gli appartenevano non possono pagare le somme dovute o consegnare i beni detenuti agli eredi, ai legatari e ai loro aventi causa, se non è stata fornita la prova della presentazione, anche dopo il termine di cinque anni di cui all'art. 27, comma 4, della dichiarazione della successione o integrativa con l'indicazione dei crediti e dei beni suddetti, o dell'intervenuto accertamento in rettifica o d'ufficio, e non è stato dichiarato per iscritto dall'interessato che non vi era obblio di presentare la dichiarazione. I debitori del defunto devono comunicare per lettera raccomandata all'ufficio del registro competente, entro dieci giorni, l'avvenuto pagamento dei crediti di cui all'art. 12, lettere d) ed e).” Quindi i debitori del defunto (e, dunque, degli eredi) non possono pagare i propri debiti senza che venga loro data la prova dell’avvenuta presentazione della dichiarazione di successione. Tale debito deve, peraltro, figurare nella dichiarazione di successione. Questa la ragione per cui chi presenta la dichiarazione di successione (per tramite di notaio, o CAF, etc.) deve avere l’accortezza di richiedere ai diversi istituti bancari con cui il defunto intratteneva rapporti di fargli avere il conteggio dei crediti del de cuius;
  • le società che emettono azioni, obbligazioni ed altri titolo non possono modificare il nominativo del titolare senza dichiarazione di successione;
  • Le cassette di sicurezza non possono essere aperte dai concessionari, prima che gli stessi abbiano apposto la loro firma, con l'indicazione della data e dell'ora dell'apertura, su apposito registro tenuto dai concedenti in forma cronologica e senza fogli o spazi bianchi e abbiano dichiarato per iscritto sul registro stesso che le eventuali altre persone aventi facoltà di aprirle sono tuttora in vita. Le cassette di sicurezza, dopo la morte del concessionario o di uno dei concessionari, possono essere aperte solo alla presenza di un funzionario dell'Amministrazione finanziaria o di un notaio, che redige l'inventario del contenuto, previa comunicazione da parte del concedente all'ufficio del registro, nella cui circoscrizione deve essere redatto l'inventario, del giorno e dell'ora dell'apertura.”.  Lo stesso vale anche “nel caso di armadi, casseforti, borse, valige, plichi e pacchi chiusi depositati presso banche o altri soggetti che esercitano tale servizio.”

Questo vale anche se è decorso inutilmente il termine per l’accertamento, da parte dell’Agenzia delle Entrate, dell’omessa dichiarazione.

Ciò, in pratica, significa che se Tizio è deceduto nel 2001 ed i suoi figli, unici eredi, hanno mancato di inoltrare all’AdE la dichiarazione di successione in sua morte, gli stessi figli se nel 2023 intendono vendere l’immobile del padre non possono farlo, se non previo inoltro della dichiarazione di successione e conseguente pagamento degli ulteriori aggravi di legge (sanzioni, interessi, etc.).

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3) Gestire l'eredità: indice

1. La successione mortis causa ed i soggetti dell’eredità
1.1 La successione a causa di morte nei suoi profili essenziali
1.1.1 Cos’è la successione mortis causa. L’erede ed il legatario
1.1.1.1 Definizione di successione mortis causa
1.1.1.2 Il legatario. Il legato
1.1.2 L’apertura della successione: quando e dove si apre la successione ereditaria
1.1.3 Vocazione e delazione ereditaria. La chiamata alla successione ereditaria
1.2 Soggetti dell’eredità
1.2.1 Il coniuge, il coniuge separato ed il coniuge divorziato
1.2.2 La parte unita civilmente
1.2.3 Il convivente
1.2.4 I figli. L’istituto della rappresentazione successoria (art. 467 c.c.)
1.2.5 Gli ascendenti (genitori, nonni, bisnonni..)
1.2.6 Fratelli e sorelle
1.2.7 Gli altri parenti. La successione in favore dello Stato italiano
2. Il testamento
2.1 Il testamento
2.1.1 Cenni generali
2.1.2 Le diverse forme di testamento. Introduzione generale
2.2 Il testamento olografo (approfondimento)
2.2.1 Contenuto essenziale del testamento olografo
2.2.2 Patti successori
2.2.3 Le forme vietate di testamento olografo
2.2.4 Soggetti che non possono ereditare. L’indegnità a succedere
2.2.5 Soggetti che non possono ereditare. Ulteriore casistica
2.3 Il contenuto del testamento olografo
2.3.1 Contenuto del testamento olografo
2.3.2 Disposizioni patrimoniali
2.3.3 Disposizioni non patrimoniali
2.4 La revoca del testamento
2.4.1 La revoca espressa del testamento
3. L’apertura della successione
3.1 La morte secondo la normativa vigente
3.2 Rapporti pendenti e beni trasmissibili a causa di morte
3.2.1 Beni e diritti che si trasmettono
3.2.2 Beni e diritti che non si trasmettono
3.2.3 Rapporti pendenti del defunto
3.3 Il testamento dopo la morte del testatore
3.3.1 Come sapere se c’è un testamento
3.3.2 Il testamento: diritti e doveri di chi ne ha il possesso
3.3.3 Esecuzione del testamento
3.3.4 Vizi del testamento
3.4 Il chiamato all’eredità dopo la pubblicazione del testamento
3.4.1 L’acquisto dell’eredità. Cenni introduttivi. L’accettazione espressa
3.4.2 L’acquisto dell’eredità. L’inventario ed i suoi effetti
3.4.3 L’accettazione tacita dell’eredità
3.4.4 La rinuncia all’eredità
3.5 La gestione della massa ereditaria da parte del chiamato all’eredità
3.6 Il curatore dell’eredità. L’eredità giacente
4. Cenni di fiscalità della successione mortis causa
4.1 Imposta di successione
4.1.1 Chi è soggetto ad imposta di successione, e quando
4.1.2 La base imponibile. L’attivo ereditario
4.1.3 Il passivo ereditario
4.2 Il calcolo dell’imposta di successione
4.2.1 i soggetti all’imposta di successione
4.2.2 La franchigia
4.2.3 Le aliquote
4.3 La dichiarazione di successione
4.3.1 Gli effetti della dichiarazione di successione nei rapporti coi terzi
4.3.2 Gli adempimenti fiscali conseguenti alla liquidazione della dichiarazione di successione
4.3.3 Casistiche in caso di accertamento e riscossione dell’imposta di successione
4.4 La gestione dei beni immobili dopo l’avvenuta presentazione della dichiarazione di successione

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