Il piano ministeriale di lotta contro il lavoro irregolare, del 21 dicembre scorso come parte di uno degli obiettivi del PNRR, dedica un ampio capitolo all'analisi del fenomeno del sommerso, con particolare attenzione all'ambito dei servizi di colf, badanti e assistenti familiari. Si stima infatti che il lavoro domestico conti in Italia quasi 2milioni di addetti .Il documento minsiteriale afferma però che sono almeno 790 mila i lavoratori irregolari.
Vengono quindi formulate alcune ipotesi di nuove specifiche misure per contrastare l'illegalità, anche in accordo con studi ed esperienze di altri paesi europei.
Il piano nazionale propone di agire con due strumenti :
- azioni di semplificazione delle procedure che le famiglie sono tenute a seguire per adempiere agli obblighi come datori di lavoro e
- misure di incentivo (anche economico) per le famiglie all’utilizzo del lavoro regolare.
Riportiamo di seguito alcuni dettagli in più sulle misure in arrivo, in attesa dei decreti attuativi con le indicazioni operative,
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1) Lavoro domestico irregolare: le criticità e opzioni
Il piano nazionale specifica che per le peculiarità di questo rapporto di lavoro, l’azione ispettiva non è purtroppo è un ’efficace contrasto alle forme di lavoro domestico irregolare, come evidenziato anche da studi europei per le criticità legate allo svolgimento dei controlli nelle abitazioni private e per la ritrosia degli stessi lavoratori a denunciare la propria situazione di irregolarità, richiedono meccanismi di emersione diversi cioe, considerando anche l'importanza sociale di questi servizi
Nel testo del piano nazionale sono presenti numerosi riferimenti agli studi internazionali sul tema.
In questo senso possono essere prese ad esempio le esperienze già realizzate in Francia, Belgio, Svezia e Finlandia.
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2) Lavoro domestico: semplificazioni amministrative e voucher
Analogamente alle esperienze già realizzate da altri Paesi il Piano propone :
- di sviluppare all’interno del sito istituzionale INPS un portale dedicato alla registrazione e alla gestione dei rapporti di lavoro domestico (abbinato anche ad una app) con la funzione di fornire in tempo reale risposte ai quesiti connessi alle diverse fasi per aiutare negli adempimenti obbligatori le famiglie eliminando i costi e i lunghi tempi di gestione. Questa misura non richiede interventi normativi, ma soltanto di carattere organizzativo e gestionale;
- in secondo luogo, promuovere una sperimentazione di nuove procedure nell’ambito del lavoro domestico, c che prevedano l'intervento piu forte delle agenzie per il lavoro private anche per la selezione del personale,e semplificazione del Libretto Famiglia. (Ti puo interessare in merito leggere "Libretto famiglia come funziona"?
- Ancora si propone di ripristinare, limitatamente a datori di lavoro che siano cittadini privati e famiglie, l’utilizzo dei voucher o buoni lavoro (cartacei forse?) al fine di ricondurre nella legalità prestazioni abitualmente svolte in nero.
3) Lavoro domestico 2023: incentivi economici
Dal punto di vista economico si propongono due possibili strumenti
- RAFFORZAMENTO INDENNITà DI ACCOMPAGNAMENTO e
- BONUS ECONOMICO PER COLLABORATORI FAMILIARI ALLE FAMIGLIE CON BASSO ISEE
Riguardo il primo punto si osserva che dato che il lavoro domestico risponde a diverse esigenze delle famiglie, tra cui la cura dei bambini e degli anziani,non autosufficienti, che sono beneficiari dell’assegno di accompagnamento, Tale contributo viene erogato al beneficiario senza alcun vincolo .
Nei casi di persone con disabilità, può essere utile favorire un utilizzo più mirato dell’indennità di accompagnamento eventualmente di valore piu alto ma collegato a un obbligo di utilizzo per l'aiuto all'assistenza.
In questo senso possono essere prese ad esempio le esperienze già realizzate in Francia, Belgio, Svezia e Finlandia.
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4) Bonus per collaboratori domestici alle famiglie con basso ISEE
Per quanto riguarda il secondo possibile intervento, ovvero l'erogazione di un contributo economico diretto alle famiglie, il piano evidenzia che l’attuale sistema fiscale consente la deduzione fiscale dei soli contributi sociali pagati a colf e badanti fino un massimo di 1.549,36 l’anno.
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La deduzione copre all’incirca i contributi per una colf/badante non convivente che lavori 20 ore a settimana, che si traduce in circa il 10 -15 per cento circa del costo complessivo sostenuto dalla famiglia ( mentre ad esempio, in Francia arriva al 50%).
Il minsitero propone l’introduzione di un bonus, parametrato all’ISEE familiare, che copra almento parte del costo sostenuto per i lavoratori domestici (tenendo conto delle ore di lavoro effettuate), dietro presentazione di opportuna documentazione.
Il bonus dovrebbe decrescere a fronte di livelli più elevati di ISEE; con un minimo per i livelli più elevati di ISEE non inferiore alla detrazione massima oggi prevista , dovrebbe partire quindi da un minimo di 1500 euro.
Dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:
- sottoposto al limite orario minimo di circa 20 ore settimanali di lavoro domestico
- ridotto proporzionalmente per contratti di lavoro più brevi
- erogato in rate mensili come l’assegno unico universale
- con controllo incrociato dei dati relativi ai lavoratori incentivati con le dichiarazioni dei redditi in modo da recuperare anche gli importi evasi dai lavoratori.
Ultimo requisito previsto: il bonus sarebbe riservato solo alle famiglie che non abbiano ricevuto sanzioni connesse a irregolarità contributiva.
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