Segnaliamo un recente volume "Enti ecclesiastici e riforma del terzo settore" dell'autore Susanna Beretta - edito da Maggioli Editore punto di riferimento per gli Enti che si trovano a gestire le attività svolte in un panorama incerto e ancora non definitivo nonostante la recente Riforma del Terzo Settore.
Il volume approfondisce tutti gli aspetti della Riforma del terzo Settore applicabili agli Enti ecclesiastici. Vengono presi in esame sia l'aspetto civilistico che fiscale degli enti ecclesiastici come pure la nuova normativa su: bilancio, bilancio sociale e valutazione dell’impatto sociale, così come stabilito nelle più recenti disposizioni.
Ma diamo la parola all'autore che presenta la sua opera nell'introduzione al suo volume, rimandando all'indice per il dettaglio degli argomenti trattati.
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Ti consigliamo per approfondire il volume Enti ecclesiastici e riforma del terzo settore - Autore Susanna Beretta - Maggioli Editore - 296 pagine
1) Dall'introduzione del volume Enti ecclesiastici e riforma del terzo settore
La Riforma del Terzo settore, iniziata con l’emanazione, nel 2016, della legge delega, proseguita con l’emanazione, nel 2017, dei decreti legislativi, seguiti da ulteriori interventi normativi, è tuttora nella fase transitoria.
L’introduzione di nuove disposizioni e le modifiche di quelle precedenti stanno rendendo difficile l’attività di chi ha il compito di gestire un ente appartenente al settore “no-profit” e, in particolare, un ente ecclesiastico che abbia, al suo interno, l’esercizio di attività ricreative, culturali e sportive.
Scopo della presente opera è fornire uno strumento di conoscenza per il lettore interessato a vario titolo all’argomento. L’oggetto della ricerca è costituito dall’approfondimento degli aspetti della Riforma del Terzo settore applicabili agli enti ecclesiastici.
L’opera, ai fini di una compiuta conoscenza dell’argomento, è suddivisa in tre parti.
La Parte Prima riguarda il profilo civilistico degli enti ecclesiastici.
La Parte Prima è suddivisa in due titoli. L’esame specifico del Titolo I, imprescindibile al fine di conoscere il contesto giuridico in cui operano gli enti ecclesiastici, concerne: la definizione introduttiva di ente ecclesiastico, alcuni cenni di diritto ecclesiastico necessari per inserire l’ente in un contesto definito, gli enti ecclesiastici nella Costituzione.
Il Titolo II ha lo scopo di esaminare alcune vicende di una nota figura di ente ecclesiastico: la parrocchia.
La Parte Seconda dell’opera affronta il tema centrale della trattazione: gli enti ecclesiastici e la Riforma del Terzo settore.
La Parte Seconda è suddivisa in tre titoli.
Ampio spazio è dedicato, nel Titolo I, all’illustrazione della Riforma del Terzo settore. L’esame specifico concerne: le tappe della Riforma del Terzo settore; la nuova disciplina delle associazioni e delle fondazioni; la nuova disciplina delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale e delle imprese sociali; la disciplina fiscale degli enti del Terzo settore; la disciplina fiscale delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale e delle imprese sociali. Importanti argomenti che vengono trattati nel Titolo I riguardano la nuova normativa su: bilancio, bilancio sociale e valutazione dell’impatto sociale, così come stabilito nelle più recenti disposizioni.
Il Titolo II della Parte Seconda affronta l’importante aspetto del posizionamento degli enti ecclesiastici all’interno della Riforma del Terzo settore. L’esame specifico concerne: le condizioni richieste dal legislatore per entrare nel Terzo settore; la corretta definizione di “ente religioso civilmente riconosciuto”, così come delineato dal legislatore; l’istituto del “Ramo”; le attività esercitabili; le nuove definizioni di “regolamento” e “patrimonio destinato”; un quadro riassuntivo per orientare la scelta dell’ente ecclesiastico.
Il Titolo III della Parte Seconda dell’opera affronta gli aspetti tributari della Riforma del Terzo settore applicabile agli enti ecclesiastici: la disciplina delle attività di religione e di culto; la disciplina fiscale della attività diverse da quelle di religione e di culto; la disciplina fiscale del Ramo Terzo settore; la disciplina fiscale delle attività di interesse generale; la disciplina fiscale delle attività commerciali.
La Parte Terza è stata introdotta al fine di esaminare la situazione normativa nel periodo Covid-19 che interessa gli enti ecclesiastici: la responsabilità degli enti; il lavoro degli organi di controllo e vigilanza; le misure fiscali agevolative; le disposizioni economiche riguardanti il periodo di emergenza.
La realtà degli enti ecclesiastici è vasta e complessa. Gli schemi normativi sono spesso ostici e rigidi. Per dare a questo lavoro un carattere di utilità e approfondimento chiaro e immediato, sono stati individuati gli argomenti di sicuro interesse per gli enti ecclesiastici al fine di comprendere la Riforma del Terzo settore e la collocazione dell’ente ecclesiastico all’interno della stessa.
Lo sforzo è stato notevole e posso assicurare che si è fatto il possibile per rendere la lettura chiara e l’esposizione sciolta.
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2) Indice
Enti ecclesiastici e riforma del terzo settore
Parte I – Profili civilistici degli enti ecclesiastici
TITOLO I - IL PROFILO SISTEMATICO DEGLI ENTI ECCLESIASTICI
1 Gli enti ecclesiastici. Definizione introduttiva
1.1 La nozione di ente ecclesiastico
1.2 Lo scopo di religione o di culto
1.3 Un esempio di ente ecclesiastico: la parrocchia
1.4 Le Comunità pastorali: non sono enti ecclesiastici
1.5 Enti ecclesiastici. Enti civili costituiti da enti ecclesiastici. Rami costituiti da enti ecclesiastici
2 Elementi introduttivi: il diritto ecclesiastico
2.1 Aspetti e principi generali
2.2 Le fonti del diritto ecclesiastico
2.3 Il principio di uguaglianza e il divieto di discriminazioni
2.4 Le Confessioni religiose
2.5 Gli enti ecclesiastici più antichi
2.6 La bilateralità pattizia
2.7 Rapporto tra Stato e Chiesa Cattolica
3 Gli enti ecclesiastici nella Costituzione
3.1 Premessa: il principio della laicità dello Stato
3.2 Gli articoli e i profili concernenti la libertà di religione
3.2.1 Il profilo individuale della libertà di religione
3.2.2 Il profilo collettivo della libertà di religione
3.3 Riassunto sulla disciplina costituzionale degli enti ecclesiastici
4 Cenni di diritto canonico
4.1 Il diritto canonico
TITOLO II - UN ESEMPIO PRATICO DI ENTE ECCLESIASTICO: LA PARROCCHIA
1 La parrocchia è un ente ecclesiastico
1.1 Premessa
1.2 Definizione giuridica e fiscale della parrocchia e l’esercizio di attività diverse da quelle di religione o di culto
1.3 La costituzione, da parte di una parrocchia, di un ente civile
1.3.1 La costituzione di un ente civile
1.3.2 L’associazione
1.3.3 La fondazione
1.3.4 La fondazione di partecipazione
1.3.5 La parrocchia e la fondazione di partecipazione. La relazione tra parrocchie e la Comunità pastorale
2 Definizione di parrocchia. Costituzione. Scioglimento. Il parroco
2.1 Definizione di parrocchia secondo l’ordinamento canonico
2.2 La parrocchia nell’ordinamento civile
2.3 Lo Statuto della parrocchia
2.4 La soppressione della parrocchia
2.5 Il parroco
3 Cura e amministrazione delle parrocchie
3.1 Casi particolari in ambito di cura e amministrazione delle parrocchie
3.2 Vacanza della parrocchia o impedimento del parroco
3.3 Distinzione tra parroco e parrocchia
3.4 Atti di ordinaria e atti di straordinaria amministrazione
3.5 Il patrimonio della parrocchia
3.6 L’inventario dei beni
3.7 I beni immobili
3.8 La casa canonica
4 Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici
4.1 Definizione di Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici (= CPAE)
4.2 Composizione
4.3 Poteri
4.4 Funzionamento
5 Il consiglio parrocchiale pastorale
5.1 Il consiglio parrocchiale pastorale
5.2 Composizione
5.3 Poteri
5.4 Funzionamento
Parte II – Gli enti ecclesiastici e la Riforma del Terzo settore
TITOLO I - IL QUADRO DELLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE
1 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La legge delega e i principi di base
1.1 Introduzione
1.2 La prima tappa della Riforma del Terzo settore: la legge delega 6 giugno 2016, n. 106
1.3 Finalità della Riforma del Terzo settore
1.4 Gli obiettivi dei decreti legislativi
1.5 Riepilogo della Riforma del Terzo settore
2 Il quadro della Riforma del Terzo settore. Le tappe successive alla legge delega. Il codice del Terzo settore e la definizione di ente del Terzo settore
2.1 Introduzione
2.2 Dopo la legge delega
2.3 Il codice del Terzo settore
2.4 Gli enti del Terzo settore
2.5 I requisiti oggettivi degli enti del Terzo settore
3 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La nuova disciplina delle associazioni e delle fondazioni
3.1 Introduzione
3.2 Premessa
3.3 La costituzione dell’associazione
3.3.1 L’atto costitutivo
3.3.2 Lo statuto
3.4 Il riconoscimento
3.4.1 Procedura per l’acquisto della personalità giuridica
3.4.2 Mancata sussistenza delle condizioni
3.4.3 Il patrimonio minimo
3.4.4 Conseguenze del riconoscimento
3.5 Gli associati. Procedura di ammissione
3.6 L’assemblea
3.6.1 Diritto di voto e deleghe
3.6.2 Le competenze dell’assemblea
3.7 L’organo di amministrazione
3.7.1 La nomina
3.7.2 La responsabilità degli amministratori
3.8 L’organo di controllo e la revisione legale dei conti
3.8.1 La nomina dell’organo di controllo
3.8.2 I requisiti dei componenti dell’organo di controllo
3.8.3 I compiti dell’organo di controllo
3.8.4 La revisione legale dei conti
4 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La nuova disciplina riguardante le organizzazioni di volontariato
4.1 Introduzione
4.2 Definizione di organizzazione di volontariato
4.3 La denominazione delle organizzazioni di volontariato
4.4 Il lavoro nelle organizzazioni di volontariato
4.5 Le risorse delle organizzazioni di volontariato
4.6 L’organo di amministrazione nelle organizzazioni di volontariato
5 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La nuova disciplina riguardante le associazioni di promozione sociale
5.1 Introduzione
5.2 Definizione e caratteristiche delle associazioni di promozione sociale
5.3 La denominazione delle associazioni di promozione sociale
5.4 Il lavoro nelle associazioni di promozione sociale
6 Il quadro della Riforma del Terzo settore. Le imprese sociali
6.1 Introduzione
6.2 Le imprese sociali all’interno della Riforma del Terzo settore
6.3 Definizione di impresa sociale
6.4 Disposizioni particolari per taluni tipi di enti
6.5 Il primo requisito richiesto: l’attività di impresa di interesse generale
6.6 Il secondo requisito richiesto: l’esercizio in via stabile e principale di attività di interesse generale
6.7 Il terzo requisito richiesto: l’assenza dello scopo di lucro
6.8 Il quarto requisito richiesto: modalità di gestione responsabili e trasparenti
6.9 Il quinto requisito richiesto: l’ampio coinvolgimento dei lavoratori
7 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La disciplina fiscale degli enti del Terzo settore
7.1 Introduzione
7.2 Premessa
7.3 Normativa applicabile agli enti del Terzo settore in materia fiscale
7.4 Definizione generale di “non commercialità”
7.5 Attività specifiche considerate non commerciali
7.6 Le entrate che non concorrono alla formazione del reddito
7.7 La qualifica di ente non commerciale
7.8 La perdita della qualifica di ente non commerciale. La qualifica di ente commerciale
7.9 L’attività delle associazioni del Terzo settore nei confronti degli associati
7.10 La determinazione forfetaria del reddito di impresa
7.11 Le imposte indirette e i tributi locali
8 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La disciplina fiscale delle organizzazioni di volontariato
8.1 Introduzione
8.2 Le attività non commerciali delle organizzazioni di volontariato
8.3 Agevolazioni in tema di reddito degli immobili
9 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La disciplina fiscale delle associazioni di promozione sociale
9.1 Introduzione
9.2 Le attività non commerciali delle associazioni di promozione sociale
9.3 Le attività sicuramente commerciali delle associazioni di promozione sociale
9.4 Le attività non commerciali rese da talune tipologie di associazioni di promozione sociale
9.5 Altre disposizioni fiscali relative alle associazioni di promozione sociale
10 Il quadro della Riforma del Terzo settore. Il regime fiscale delle attività commerciali delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale
10.1 Introduzione
10.2 Il regime forfetario
10.3 Le conseguenze della scelta del regime forfetario
11 Il quadro della Riforma del Terzo settore. La disciplina fiscale dell’impresa sociale
11.1 Introduzione
11.2 Premessa
11.3 Destinazione e disciplina fiscale degli utili e degli avanzi di gestione
11.4 Disciplina fiscale delle somme investite nel capitale sociale delle imprese sociali
12 Il bilancio nella Riforma del Terzo settore. Gli schemi di bilancio
12.1 Premessa
12.2 Modelli di bilancio degli enti del Terzo settore
12.2.1 Entrata in vigore
12.3 La modulistica. Introduzione
12.4 Mod. A – Stato patrimoniale
12.5 Mod. B – Rendiconto gestionale
12.6 Mod. C – Relazione di missione
12.7 Mod. D– Rendiconto per cassa
12.8 Glossario sulle poste del bilancio
13 Il bilancio sociale nella Riforma del Terzo settore
13.1 Premessa
13.2 Adozione delle linee guida
13.3 Introduzione e riferimenti normativi
13.4 Le finalità delle linee guida
13.5 I soggetti tenuti alla redazione del bilancio sociale
13.6 I destinatari del bilancio sociale
13.7 I principi di redazione del bilancio sociale
13.8 La struttura e il contenuto del bilancio sociale
13.9 L’approvazione, il deposito, la pubblicazione e la diffusione del bilancio sociale
14 La valutazione dell’impatto sociale nella Riforma del Terzo settore
14.1 Premessa
14.2 Introduzione e riferimenti normativi
14.3 Finalità delle linee guida sulla valutazione di impatto sociale
14.4 Soggetti tenuti alla realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale
14.5 I destinatari del sistema di valutazione dell’impatto sociale
14.6 Processo e misurazione: elementi caratterizzanti la valutazione di impatto sociale
14.7 Coordinamento con il bilancio sociale
14.8 Pubblicità e diffusione
14.9 Ruolo dei soggetti esterni
15 Modalità di iscrizione nel Registro Unico Nazionale del Terzo settore
15.1 Struttura del RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo settore)
15.2 Organizzazione e funzioni degli Uffici del RUNTS
15.3 Modalità delle interlocuzioni con gli Uffici del RUNTS
15.4 Effetti dell’iscrizione nel RUNTS
15.5 La domanda di iscrizione per gli enti senza personalità giuridica
15.6 Procedimento di iscrizione per gli enti senza personalità giuridica
15.7 Gli enti religiosi civilmente riconosciuti
15.8 L’iscrizione degli enti con personalità giuridica. L’iscrizione degli enti di nuova costituzione con l’intervento del notaio
15.9 Iscrizione nel RUNTS degli enti già dotati di personalità giuridica
15.10 Ottenimento della personalità giuridica degli enti già iscritti nel RUNTS che ne siano privi o di associazioni non riconosciute e non iscritte nel RUNTS
15.11 I documenti e le informazioni che gli ETS devono trasmettere al RUNTS ai fini del deposito e dell’aggiornamento
TITOLO II - LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE E GLI ENTI ECCLESIASTICI
1 Cenni introduttivi: l’impegno della comunità ecclesiale nella società e il posizionamento degli enti ecclesiastici all’interno della Riforma
1.1 Presentazione del Titolo II
1.2 La Riforma del Terzo settore: nuove opportunità per la comunità ecclesiale
1.3 Il posizionamento dell’ente ecclesiastico all’interno della Riforma del Terzo settore. Cenni introduttivi
1.4 I principi che devono essere conosciuti prima di affrontare il tema degli enti ecclesiastici e della Riforma del Terzo settore
1.5 La scelta da parte dell’ente ecclesiastico
1.6 Il quadro riassuntivo degli strumenti per gestire le attività di interesse generale previste dalla Riforma del Terzo settore
2 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore. Definizioni generali
2.1 Gli enti ecclesiastici sono coinvolti dalla Riforma del Terzo settore
2.2 Le attività sociali e le attività di religione e di culto
2.3 Definizione delle “attività di religione o di culto” e delle “attività diverse”
2.4 L’ente ecclesiastico nell’ordinamento italiano
2.5 Gli ambiti di attività dell’ente ecclesiastico
2.6 Come l’ente ecclesiastico entrerà nel mondo del Terzo settore
2.7 L’istituto del “Ramo”
2.8 Il rispetto della prevalenza delle attività di religione o culto
2.9 Il patrimonio destinato
2.10 Il regolamento
2.11 Conclusione
3 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: le condizioni richieste dal legislatore per entrare nel Terzo settore
3.1 Presentazione del capitolo
3.2 La disamina degli articoli della Riforma del Terzo settore dedicati agli enti religiosi civilmente riconosciuti
4 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: gli enti religiosi civilmente riconosciuti
4.1 Presentazione del capitolo
4.2 Gli enti religiosi nella Riforma del Terzo settore
4.3 L’attenzione della Riforma del Terzo settore per gli “enti religiosi civilmente riconosciuti”
4.4 Il motivo della scelta del legislatore di adottare “enti religiosi civilmente riconosciuti”
4.5 ifferenza tra “ente ecclesiastico”, “ente ecclesiastico delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese” e “ente religioso”
4.6 La definizione di ente religioso civilmente riconosciuto
4.7 Il fine di religione o di culto quale elemento essenziale per accedere nel Terzo settore
5 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: l’istituto del Ramo
5.1 Presentazione del capitolo
5.2 La previsione del “Ramo”
5.3 La costituzione del “Ramo”
5.4 La modalità di inserimento nel Terzo settore
5.5 Attività del Terzo settore e attività di religione o culto
6 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: le attività esercitabili
6.1 Presentazione del capitolo
6.2 Le attività che l’ente ecclesiastico può esercitare all’interno della Riforma
6.3 La soluzione del Ramo
6.4 Alcune attività tipiche dell’ente ecclesiastico
6.5 Le attività che non possono confluire nel Ramo Terzo settore
6.6 Le “attività diverse” secondo la definizione del legislatore statale
6.7 Lo schema riassuntivo
7 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: il Regolamento
7.1 Presentazione del capitolo
7.2 La necessità di un Regolamento
7.3 Cenni introduttivi
7.4 Il Regolamento: elementi essenziali
7.5 Chi adotta il Regolamento
7.6 La forma del Regolamento e l’iter di formazione
7.7 Il contenuto del Regolamento
7.8 Le norme della Riforma che non devono essere recepite nel Regolamento
7.9 Le conseguenze dell’adozione del Regolamento
7.10 I chiarimenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
8 L’ente ecclesiastico e la Riforma del Terzo settore: il patrimonio destinato
8.1 Presentazione del capitolo
8.2 L’obbligo del patrimonio destinato
8.3 Premessa introduttiva: le altre condizioni richieste
8.4 Il “patrimonio destinato” nella Riforma del Terzo settore
8.5 Il significato di “patrimonio destinato”
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