L’11 marzo la Commissione Europea ha stanziato un pacchetto di quasi 530 milioni di € di sostegno finanziario supplementare a titolo del Fondo di solidarietà dell'UE (FSUE) per sostenere misure di emergenza contro la pandemia di coronavirus. All’Italia 76 milioni di euro.
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1) I fondi sono destinati a coprire rapidamente i bisogni connessi all'emergenza
La Commissione Europea aumenta il budget del Fondo di Solidarietà dell’UE per sostenere gli sforzi di 17 Stati membri e di 3 paesi in via di adesione per proteggere la salute pubblica nel contesto della pandemia.
Coprirà parte della spesa pubblica destinata a:
- assistere rapidamente le persone colpite da un'emergenza sanitaria pubblica grave causata dalla Covid-19, compresa l'assistenza medica;
- proteggere i cittadini contro i rischi connessi, anche prevenendo, monitorando o controllando la diffusione della malattia e lottando contro i gravi rischi per la salute pubblica o attenuandone l'impatto.
Il FSUE nasce nel 2002 in risposta alle gravi conseguenze delle inondazioni che colpirono l’Europa centrale. È un sostegno finanziario a lungo termine che ha l’obiettivo di permettere alla Comunità di affrontare situazioni d'emergenza in maniera rapida, efficace e flessibile.
Il Fondo può essere mobilitato qualora si producano serie ripercussioni sulle condizioni di vita dei cittadini, sulla salute umana, sull’ambiente naturale o sull’economia di una o più regioni di uno Stato a seguito del verificarsi di:
a) una catastrofe naturale grave; o
b) di una grave emergenza di sanità pubblica.
I danni diretti causati come conseguenza diretta di una catastrofe naturale sono considerati parte dei danni causati da tale catastrofe naturale.
Oggi, in risposta ai danni diretti causati dalla pandemia di coronavirus, il Fondo finanzia qualsiasi tipo di assistenza al pubblico (misure mediche, sanitarie e di protezione civile) e qualsiasi tipo di misura adottata per contenere la malattia, fra cui:
- l'assistenza medica - compresi i farmaci, le attrezzature e i dispositivi medici, l'assistenza sanitaria e le infrastrutture di protezione civile;
- le analisi di laboratorio;
- le misure straordinarie e le cure sanitarie/mediche associate al coronavirus, che comportano quindi costi aggiuntivi;
- i dispositivi di protezione individuale (DPI);
- l'assistenza speciale al pubblico, in particolare ai gruppi vulnerabili (anziani, persone con problemi di salute, donne in stato di gravidanza, famiglie monoparentali, ecc.);
- il sostegno speciale per mantenere operativi il personale medico e di emergenza;
- lo sviluppo di vaccini o farmaci;
- migliorare la capacità di pianificazione della preparazione e le comunicazioni correlate;
- migliorare la valutazione e la gestione dei rischi;
- sanificare fabbricati e altri siti;
- controlli sanitari, compresi i controlli alle frontiere nazionali;
- tutti i costi supplementari per il personale dovuti alla pandemia.
Il sostegno finanziario proposto dalla Commissione deve ora essere approvato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, dopodiché gli aiuti saranno versati ai paesi che ne hanno fatto richiesta.
I 529,3 milioni di euro stanziati sono ripartiti tra venti paesi. L'Italia, con 76 milioni e 271.930 euro, sarebbe il secondo beneficiario, dopo i 91,3 milioni della Francia.
L’Italia ha già fatto domanda ed ottenuto la liquidazione dell’aiuto finanziario in occasione delle quattro ondate di terremoti che hanno colpito Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio, fra il 2016 e il 2017.