Il settore dei giochi e delle scommesse rappresenta da tempo un pilastro centrale dell’economia del Bel Paese che, con una raccolta complessiva di giocate che supera i 100 miliardi di euro e un indotto occupazionale che va ben oltre i 100.000 addetti, si colloca tra i primi posti a livello europeo in rapporto al PIL.
La diffusione della pandemia da COVID-19 ha impattato pesantemente sul sistema gravando notevolmente sulle imprese che operano nel settore che non possono più sostenere gli oneri e la sospensione totale delle attività.
Non sappiamo quando queste attività potranno riaprire, ma ci auguriamo che ciò avvenga il più presto possibile per consentire agli imprenditori di questo settore di riprendere le proprie attività a far fronte agli importanti investimenti affrontati.
Nel mentre, corre l’obbligo di richiamare l’attenzione su alcune vicende che riguardano il settore e che si pongono in rapporto al rilancio dello stesso, una volta terminata l’emergenza sanitaria in atto.
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1) Gli interventi sul decreto Milleproroghe
La materia, va detto, continua a essere oggetto di modifiche e innovazioni soprattutto di portata normativa.
Sono di questi giorni, infatti, le modifiche al disegno di legge C.2845, c.d. decreto “Milleproroghe”, che hanno peraltro ricevuto il parere favorevole della Commissione finanze della Camera dei Deputati, avanzate dagli onorevoli D’ATTIS, MULE’, CATTANEO, RUGGERI, finalizzate:
- ad attuare il disposto della sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 23418/2020 sulla debenza del c.d. “minimo garantito annuo” stabilito in relazione alle quote di prelievo per la raccolta delle scommesse ippiche;
- alla richiesta di ristori COVID per i minori introiti derivanti dalla riduzione delle attività, anche per i concessionari di scommesse ippiche, sportive e su eventi simulati, al fine di mantenere i livelli occupazionali e di flusso fiscale;
- alla riduzione, a causa delle criticità derivanti dalle misure di contenimento COVID-19, della base imponibile dell’Imposta sugli intrattenimenti;
- alla proroga delle concessioni in materia di gioco pubblico;
- alla riduzione dell’aliquota del PREU sugli apparecchi da gioco ex art. 110 T.U.L.P.S.;
- all’eliminazione dell’obbligo di rinnovo delle fidejussioni bancarie per gli operatori della filiera allo scopo di superare talune criticità finanziarie insorte tra le aziende di gioco e alcuni Istituti di credito.
2) La lotteria degli scontrini
Ancora, sebbene non direttamente attinente alla materia dei giochi in senso tecnico, ma comunque riconducibile ad essa per via del coinvolgimento dell’Agenzia dei Monopoli, sta assumendo interesse mediatico la “Lotteria degli scontrini”, disciplinata dalla Legge n. 232/2016, come modificata dalla legge di bilancio 2021 n. 178/2020 e dal D.L. n. 183/2020, in vigore da pochi giorni, che consente la possibilità ai contribuenti, persone fisiche maggiorenni residenti nel territorio dello Stato, che effettuano, esclusivamente attraverso strumenti che consentano il pagamento elettronico, acquisti di beni o servizi, fuori dall’esercizio di attività di impresa, arte o professione, presso esercenti che trasmettono telematicamente i corrispettivi, di partecipare all’estrazione a sorte di premi attribuiti con il sistema della lotteria nazionale.
La lotteria è, infatti, più propriamente diretta ad incrementare gli acquisti negli esercizi di vicinato allo scopo di rivalutare il rapporto tra il negozio fisico e i cittadini anche in un’ottica di lotta all’evasione fiscale.
Insomma, quando sarà messa da parte l’emergenza sanitaria, bisognerà lavorare molto sulla materia e si renderà necessaria anche una revisione generale del generale sistema di raccolta delle giocate in chiave di semplificazione ed efficientamento, ma bisognerà riflettere anche sul peso della pressione fiscale specifica che negli ultimi anni ha raggiunto livelli davvero esorbitanti.