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RIFORMA SUL DIRITTO D’AUTORE: L’EUROPARLAMENTO DÀ IL VIA LIBERA

Riforma sul diritto d’Autore: l’Europarlamento dà il via libera

Approvato dall'Europarlamento il disegno di direttiva sui Diritti di Autore “Copyright Directive”: come cambierà l'uso dei contenuti digitali

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Il testo del progetto di Direttiva sul copyright, presentato nel 2016, il 12 settembre 2018 ha trovato il consenso definitivo dell’Europarlamento, emendando la proposta della commissione affari giuridici del giugno scorso. 438 i voti favorevoli, contrari 226, 39 le astensioni.

La riforma poggia su quattro pilastri:

  • Le grandi piattaforme web dovranno remunerare i contenuti prodotti da artisti e giornalisti
  • Le piccole e micro piattaforme sono escluse dal campo di applicazione della direttiva
  • Condivisione libera degli hyperlink accompagnati da singole parole
  • Una quota della remunerazione ottenuta dalla casa editrice spetta ai giornalisti

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1) Condivisione dei ricavi, con artisti e giornalisti, delle grandi piattaforme web

 La parte più consistente delle modifiche apportate dal Parlamento alla proposta primigenia della Commissione europea, punta a garantire che i creativi:

  • musicisti,
  • artisti,
  • interpreti,
  • sceneggiatori,
  • editori
  • giornalisti,

siano remunerati per il loro lavoro nelle ipotesi in cui questo venga utilizzato da:

  • piattaforme di condivisione (come YouTube o Facebook)
  • aggregatori di notizie (come Google News).

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2) Pagamento equo per gli autori.

La posizione del Parlamento irrobustisce la proposta della Commissione europea in materia di responsabilità delle piattaforme e degli aggregatori, con specifico riferimento alle violazioni del diritto d’autore. Ciò vale pure per i cosiddetti snippet, dove viene resa visibile solamente una piccola parte del testo di un editore di notizie. Di fatto, la responsabilità in questione imporrebbe, a tali soggetti, di remunerare chi detiene i diritti sul materiale, protetto da copyright, che mettono a disposizione. In modo esplicito, il testo richiede, che non soltanto le case editrici, bensì anche i giornalisti, godano dei ricavi in questione. Al contempo, nella finalità di incoraggiare, nello specifico settore, start-up ed innovazione, il testo lascia fuori dalla disciplina:

  • piccole imprese del web,
  • micro imprese del web.

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3) Libertà di espressione.

 Le nuove norme manifestano anche la finalità di non ostruire la libertà di espressione che contraddistingue la rete Internet. Ne consegue che:

  • la mera condivisione di collegamenti ipertestuali (hyperlink) agli articoli, unitamente a “parole individuali”, quali la descrizione, sarà svincolata dal copyright,
  • qualsiasi misura adottata dalle piattaforme per verificare che i contenuti caricati non contrastino coi dettami del diritto d’autore, dovrebbe essere concepita in una modalità tale da evitare che colpisca finanche le opere che non violino il copyright,
  • le medesime piattaforme dovranno impiantare dei congegni rapidi di reclamo (gestiti dal personale della piattaforma, e non da algoritmi) che consentano di presentare ricorsi contro le eliminazioni di contenuti considerate ingiuste.

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4) Enciclopedie on line e software open source

Il testo specifica che il caricamento di contenuti su:

  • enciclopedie online che non presentano fini di lucro (come Wikipedia),
  • piattaforme per la condivisione di software open source (come GitHub),

sarà automaticamente escluso dall’obbligo di rispettare i nuovi precetti sul copyright.

5) Diritti di negoziazione per autori e artisti

Il testo del Parlamento rafforza la posizione negoziale di autori e artisti:

  • riconoscendo loro il diritto ad una remunerazione addizionale a carico di chi sfrutta le loro opere, nel caso in cui il compenso corrisposto inizialmente sia considerato “sproporzionatamente” basso rispetto ai benefici che ne vengono tratti,
  • tali utilità dovrebbero includere le cosiddette “entrate indirette”,
  • le misure approvate, consentirebbero ad autori ed artisti di revocare, o porre fine, all’esclusività di una licenza di sfruttamento dell’opera, nel caso in cui si ritenga che la parte titolare dei diritti di sfruttamento non stia esercitando il relativo diritto.

La dichiarazione del relatore Axel Voss. Sul comunicato stampa diffuso a seguito della votazione del 12 settembre, è stata riportata una dichiarazione rilasciata dal relatore Axel Voss (PPE, DE): “Sono molto lieto che, nonostante il forte lobbying dei giganti di Internet, la maggioranza dei deputati al Parlamento europeo sia ora a favore della necessità di tutelare il principio di una retribuzione equa per i creativi europei. Il dibattito su questa direttiva è stato molto acceso e credo che il Parlamento abbia ascoltato con attenzione le preoccupazioni espresse. Abbiamo quindi affrontato le preoccupazioni sollevate in merito all’innovazione escludendo dal campo di applicazione i piccoli e micro aggregatori o piattaforme. Sono convinto che, una volta che le acque si saranno calmate, Internet sarà libera come lo è oggi, i creatori e i giornalisti guadagneranno una parte più equa degli introiti generati dalle loro opere, e ci chiederemo per quale motivo tutto questo clamore”.

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