Uno degli strumenti per prevenire e anticipare la crisi dell’impresa è una approfondita analisi della redditività.
Infatti la crisi di liquidità dell’impresa viene preceduta, nella maggior parte dei casi, da uno squilibrio economico latente, quasi impercettibile. Infatti mentre la crisi di liquidità viene avvertita in modo dirompente dal management e a volte anche dagli agenti esterni, la crisi economica inizialmente si configura con risultati economici negativi e spesso con un reddito netto positivo, ma un risultato operativo negativo.
In questo speciale analizzeremo come effettuare una analisi economica per evitare il successivo insorgere di una crisi di liquidità.
Prima di procedere al calcolo degli indicatori economici, è indispensabile riclassificare il Conto Economico di bilancio secondo uno dei criteri ampiamente affermati nella dottrina. Se stiamo effettuando una analisi in qualità di analisti esterni, il Conto Economico va riclassificato a Valore Aggiunto. Se invece è possibile accedere ai dati contabili analitici in qualità di analisti interni, è possibile riclassificare il Conto Economico a Costo del Venduto.
Dall’osservazione del conto economico a valore aggiunto già è possibile farsi una idea dello stato di salute dell’azienda. Si può così procedere a due diversi livelli di approfondimento, mediante:
- ANALISI DEI MARGINI DEL CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO
- ANALISI DEGLI INDICI DI REDDITIVITA’
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1) Analisi dei margini del Conto economico a valore aggiunto
Iniziamo dal primo livello di analisi.
Si riporta di seguito uno schema di conto economico riclassificato a valore aggiunto.
CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO A VALORE AGGIUNTO
Ricavi netti di vendita |
Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti |
Variazione dei lavori in corso su ordinazione |
Incrementi delle immobilizzazioni per lavori interni |
Contributi in conto esercizio |
Valore della produzione (a) |
Costi per materie prime, sussidiari, di consumo e merci |
Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci |
Costi per servizi |
Costi per godimento di beni di terzi |
Totale di consumi di materie, merci e servizi (b) |
Valore aggiunto caratteristico (a-b) |
Costi per il personale |
Margine operativo lordo (EBITDA) MOL |
Ammortamenti |
Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide |
Accantonamenti a Fondi rischi e oneri |
Reddito operativo (EBIT) Gestione caratteristica o Margine operativo netto |
Risultato della gestione finanziaria |
Rettifiche di valore di attività finanziarie |
Risultato della gestione accessoria |
Utile lordo della gestione ordinaria |
Saldo della gestione straordinaria |
Utile lordo prima delle imposte |
Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti differite e anticipate |
Risultato netto d'esercizio |
I margini che scaturiscono da tale schema sono in valore assoluto e sarebbe utile ricalcolarli anche in percentuale ai ricavi di vendita.
I margini da controllare sono i seguenti:
Margine operativo lordo (EBITDA) |
Gestione caratteristica (EBIT) |
Gestione finanziaria |
Gestione accessoria |
Gestione straordinaria |
Importante è l’EBIT che dà una prima approssimazione sulla positività dei margini di vendita. Da controllare anche la gestione finanziaria affinché non incida eccessivamente sul risultato economico.
2) Analisi degli Indici di Redditività
Passiamo ora al secondo livello di analisi, quello relativo agli indici di redditività
Per effettuare una corretta analisi economica occorre analizzare sia i bilanci precedenti sia procedere ad un controllo nel corso dell’esercizio. Vediamo quali sono i principali indicatori della redditività aziendale.
Indici di Bilancio |
R.O.E. |
R.O.E. con sterilizzazione degli effetti fiscali |
R.O.I. |
R.O.N.A |
R.O.S. |
R.O.D. |
Procediamo ad una breve disamina dei singoli indicatori.
R.O.E. (Return on Equity = Redditività del capitale proprio): Reddito netto/Capitale proprio x 100
Esprime il rendimento ottenuto dal capitale proprio investito nell’azienda per effetto della gestione. La sua adeguatezza viene misurata confrontandolo con il rendimento di aziende dello stesso settore e inoltre va analizzato il suo trend nel tempo.
R.O.E. con sterilizzazione degli effetti fiscali. Si tratta di una variante del precedente indice, con la differenza che al numeratore non viene considerato l’utile netto del conto economico, bensì il risultato prima delle imposte. In questo modo è possibile valutare la redditività a prescindere dall’incidenza delle imposte.
R.O.I. (Retrun on Investment = Redditività del capitale investito): EBIT/Totale Impieghi x 100. Questo indice permette di valutare il rendimento dell’intero capitale investito in azienda ed indica la misura dell’efficienza della gestione caratteristica.
R.O.N.A. (Return on net assests = Rendimento degli investimenti netti). EBIT/ (Tot. Impieghi-debiti commerciali-fondi –TFR) X 100. E’ un indicatore alternativo al ROI e differisce da quest’ultimo in quanto al denominatore il totale impieghi viene depurato dei debiti commerciali, dei fondi e del TFR.
R.O.S. (Return on sales = Redditività delle vendite) EBIT/Ricavi di vendita x 100
Esprime il rendimento delle vendite ed in percentuale indica quanto residua dai ricavi di vendita per la copertura dei costi non operativi. Ad esempio un ROS del 15% indica che su 100 di ricavi, 85 hanno coperto i costi caratteristici e 15 residuano per coprire gli oneri finanziari, straordinari e tributari. Attenzione al ROS negativo che indica una insufficienza delle vendite a coprire i costi della produzione, chiaro segnale di uno squilibrio economico che nel medio termine può trasformarsi in disequilibrio finanziario. Occorre in questo caso intervenire con decise azioni di marketing per risollevare le vendite.
R.O.D. (Redtur on debt = Rendimento del capitale di terzi) Oneri finanziari/Capitale di terzi x 100.
Questo indice indica il tasso medio pagato dall’azienda sui debiti. Esso va confrontato con il tasso applicato dal sistema bancario e con il ROI. Infatti un ROI maggiore del ROD sta a significare che il capitale investito in azienda ha un rendimento maggiore del costo del capitale investito. In questa ipotesi si può affermare che un ulteriore indebitamento sortisce come effetto un incremento della redditività.
Per approfondire l’aspetto del confronto ROI – ROD e la convenienza all’indebitamento, potrebbe interessare lo speciale "Quanto conviene all’impresa indebitarsi: come valutare la convenienza"
3) Conclusione
Procedere ad una analisi sia storica che in itinere della redditività aziendale, permette di anticipare il disequilibrio dapprima economico e successivamente finanziario dell’azienda, individuando i più opportuni interventi strategici operativi da intraprendere.
Nella fase del disequilibrio economico, senza che si sia ancora verificato un disequilibrio finanziario, è possibile intervenire in genere con oculati interventi di marketing mix sui singoli prodotti, allo scopo di invertire la tendenza negativa.
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