Il Conto Economico del bilancio di esercizio, di cui all’art. 2425 del c.c., restituisce una serie di dati attraverso i quali è possibile procedere ad una interpretazione utile per capire cosa è accaduto nel passato, dato che il bilancio è un documento storico, e volendo è possibile anche programmare l’andamento futuro, tenendo come base di partenza e di paragone i risultati già conseguiti.
Per ottenere una valutazione dei dati storici il punto di partenza è, come già detto, il CE con il contenuto dettato dal codice civile. Ma esso, così composto, non dà informazioni sufficientemente precise, per questo occorre procedere alla sua riclassificazione con uno dei metodi largamente accettati. Uno dei metodi di riclassificazione del Conto Economico, facilmente eseguibile anche da un analista esterno, è la riclassificazione a Valore Aggiunto. Riclassificando il CE a valore aggiunto avremo una serie di Margini (indicatori) la cui interpretazione restituisce la situazione economica dell’azienda. In questo speciale analizzeremo i singoli margini economici.
Iniziamo da una rappresentazione grafica del conto economico riclassificato a valore aggiunto, con i singoli margini intermedi.
VALORE DELLA PRODUZIONE |
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Consumi |
VALORE AGGIUNTO |
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Costo del lavoro |
EBITDA (MOL) |
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Ammortamenti e accantonamenti |
EBIT (MON) |
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Oneri finanziari e gestione straordinaria |
EBT |
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Imposte dell'esercizio |
RISULTATO NETTO |
Esaminiamo nel dettaglio i singoli margini.
Valore della produzione. Il Valore della produzione è la grandezza maggiore, composta sostanzialmente dai Ricavi delle vendite come voce principale.
Valore Aggiunto. Sottraendo dal Valore della produzione il costo dei consumi (ricavi caratteristici, variazione delle rimanenze, costi esterni di produzione) otteniamo il primo valore intermedio, ovvero il Valore Aggiunto. In termini economici è quel margine che l’azienda è riuscito a creare e con il quale bisogna retribuire tutti i fattori della produzione impiegati (in ordine: il lavoro, il capitale investito, i finanziatori, lo Stato).
EBITDA (MOL). Sottraendo dal Valore aggiunto il Costo del lavoro otteniamo l’EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization - utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti), detto anche Margine Operativo Lordo (MOL). In una prima approssimazione possiamo dire che esso ci serve per valutare il flusso di cassa (cash flow) generato dall’azienda, soffermandoci quindi sul suo segno positivo (nuovi flussi di cassa generati) o negativo (l’azienda ha consumato liquidità) e sulla sua entità ad esempio in rapporto percentuale al fatturato.
EBIT (MON). Sottraendo dall’EBITDA gli ammortamenti e gli accantonamenti, si ottiene il margine EBIT (Earnings Before Interest and Taxes - utili prima degli interessi, e delle imposte), detto anche Margine Operativo Netto (MON). Esso è il margine generato dall’azienda prima di remunerare il capitale di terzi con gli interessi e il capitale proprio con i dividendi. L’EBIT è inoltra la base per calcolare il ROI (Return on Investment) ovvero la redditività del capitale investito, sia quello proprio che di terzi.
EBT. Sottraendo dall’EBIT gli interessi, si ottiene l’ultimo margine, l’EBT (Earnings Before Taxes – utili prima delle imposte) sul quale calcolare le imposte per lo Stato.
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Il caso pratico è inserito nella guida: Come leggere e interpretare il bilancio
1) Caso pratico
Confrontiamo i Conti economici di quattro imprese, concentrando l’attenzione sui due ultimi margini, l’EBIT e il Risultato netto e diamo una interpretazione relativa all’equilibrio economico.
ALFA |
BETA |
GAMMA |
ZETA |
|
EBIT |
€ 800.000,00 |
-€ 200.000,00 |
€ 700.000,00 |
-€ 200.000,00 |
RISULTATO NETTO |
€ 350.000,00 |
€ 80.000,00 |
-€ 150.000,00 |
-€ 100.000,00 |
Impresa ALFA
EBIT > 0 con RN > 0
Il giudizio sulla gestione è positivo, tuttavia bisogna considerare le due seguenti possibilità:
- EBIT > RN: ciò significa che l’impresa attua una gestione economico/finanziaria negativa; infatti paga interessi passivi molto elevati o subisce delle perdite patrimoniali.
- EBIT < RN: il giudizio sulla gestione è positivo, ma occorre indagare sulla differenza EBIT – RN, affinché non sia a scapito della gestione caratteristica.
Impresa BETA
EBIT < RN con RN > 0
In questo caso la gestione finanziarie e/o patrimoniale presenta risultati talmente positivi da compensare i risultati negativi della gestione caratteristica. Ci troviamo nel tipico esempio nel quale osservare solo il RN porta a giudizi erronei sulla qualità della gestione aziendale. In questo caso bisogna indagare sui motivi della perdita nella gestione caratteristica.
Impresa GAMMA
EBIT > 0 con RN < 0
Il risultato è tipico delle imprese sottocapitalizzate, che devono cioè finanziare gli investimenti con capitale di prestito mediante operazioni onerose della gestione finanziaria. Può dirsi che è l’ipotesi più frequente da riscontrare nella realtà economica, purché il divario tra i due margini non sia eccessivo.
Impresa ZETA
EBIT < 0 con RN < 0
Il giudizio su tale gestione non può che essere negativo, in quanto l’impresa genera perdite sia dalla gestione caratteristica che da quella finanziaria e patrimoniale, con un risultato netto negativo.