Le spese relative al processo di quotazione rappresentano un ostacolo tangibile per le aziende di piccole e medie dimensioni, rendendo più difficile per gli imprenditori l’ingresso in Borsa.
Secondo un’analisi realizzata dall’ufficio studi di IR Top, su dieci PMI quotate su AIM Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad elevato potenziale di crescita, ben quattro aziende (41%) sono concordi nell’affermare che il principale deterrente è rappresentato dai costi sostenuti nel processo di IPO.
L'accesso ai mercati azionari è stato semplificato nel 2018 grazie all’intervento governativo che prevede una significativa riduzione delle spese di IPO e agevola il ricorso alla quotazione come alternativa di finanziamento.
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1) I piani individuali di risparmio PIR
Con l’introduzione dei piani individuali di risparmio (PIR), istituiti dalla Legge di Bilancio 2017, inizialmente il Governo è intervenuto rafforzando il sistema finanziario italiano con una serie di agevolazioni fiscali per i risparmiatori, incentivando la raccolta di capitali e la loro destinazione verso l’economia reale.
Per sostenere la domanda dei PIR e la loro efficacia come strumenti di risparmio per la creazione di valore del Paese è importante stimolare l’offerta, richiamando alla quotazione un maggior numero di PMI, con una logica di crescita sana e sostenibile, che, una volta quotate, possano crescere in termini di giro d’affari, occupazione e indotto.
Il legislatore ha incrementato così le possibilità di impiego dei fondi PIR Compliant, con una misura che da un lato stimola il numero di nuove aziende quotate in cui investire e dall’altro taglia i costi di IPO introducendo un bonus riservato alle PMI: il Credito d’imposta.
L’obiettivo dell’intervento istituzionale è quello di rimuovere i vincoli finanziari allo sviluppo di imprese più efficienti. Attualmente il progetto di quotazione risulta agevolato alla luce della maggiore liquidità apportata dai PIR e della manovra apportata dalla Legge di Bilancio 2018 che ha stanziato 80 milioni di Euro nel triennio 2019-2021 a favore delle nuove quotazioni attraverso il Credito di Imposta sul 50% dei costi di consulenza legati all'IPO, destinato alle PMI che avviano la procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione.
La combinazione di questi due elementi chiave, incentivi fiscali per la quotazione e raccolta dei PIR, insieme alla semplificazione normativa prevista per i mercati azionari dedicati alle PMI “SME’s Growth Market” come AIM Italia, potrà incrementare l’importanza del ricorso all’Equity per le PMI, con risvolti positivi per la patrimonializzazione aziendale e lo sviluppo di un adeguato mercato dei capitali in Italia per le PMI, nel più ampio progetto di sostegno alla capitalizzazione e alla crescita delle PMI.
La finalità è innescare un circolo virtuoso per ampliare le opportunità di diversificazione delle fonti di finanziamento a partire dall’Equity, supportare la crescita delle PMI in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, convogliare il risparmio verso l'economia nazionale e richiamare investitori istituzionali italiani esteri sul mercato azionario.
Tra le opzioni di quotazione, AIM Italia si rivela lo strumento più potente ed efficace per realizzare un progetto di crescita dimensionale, culturale e di visibilità per le PMI poiché ne favorisce la patrimonializzazione, lo sviluppo e l’internazionalizzazione. AIM Italia permette alle società di beneficiare di opportunità e vantaggi derivanti dalla quotazione, grazie ai minori requisiti di ammissione e permanenza, regolati sulle esigenze della PMI italiane.