Il Consiglio dei ministri ha approvato la scorsa settimana, in esame preliminare, il primo decreto legislativo attuativo della legge delega di riforma del terzo settore (n.106/2016 ) che modifica il sistema del servizio civile nazionale Il provvedimento seguirà ora l’iter di approvazione che prevede i i pareri della Conferenza Unificata e delle competenti Commissioni Parlamentari
Nello specifico, il decreto disciplina il servizio civile universale quale strumento di difesa non armata della Patria, di educazione alla pace tra i popoli, di promozione dei valori fondativi della Repubblica.
La nuova definizione di servizio Universale si giustifica con il tentativo di ampliare la diffusione di questo istituto, dotandolo di maggiori risorse per garantire la partecipazione a 100mila volontari l'anno, perché riconosciuto come educativo e formativo ai valori della cittadinanza e della solidarietà e anche utile come politica attiva per il lavoro.
L'Istituto è infatti stato riconosciuto come buona pratica dalla Comunità europea. Alcuni paesi come la Francia lo hanno introdotto dopo l'Italia seguendone il modello. (Ricordiamo che attualmente si tratta di 30 ore settimanali di servizio per 12 mesi con 20 giorni di permesso e copertura assicurativa per malattia e maternità , a fronte di un rimborso mensile netto di 433, 80 euro)
Le finalità del servizio civile universale sono perseguite mediante programmi di intervento sia nei settori storici di attività sia in nuovi ambiti . Sono individuate nel decreto le attività di:
- assistenza sociale,
- protezione civile,
- tutela del patrimonio ambientale e del patrimonio storico, artistico e culturale, dell’educazione e promozione culturale e dello sport,
- dell’agricoltura in zona di montagna e sociale, della biodiversità,
- della promozione e tutela dei diritti umani , della difesa non armata della Patria, della cooperazione allo sviluppo,
- della promozione della cultura italiana all’estero e del sostegno alle comunità di italiani all’estero.
Il decreto attribuisce allo Stato le funzioni di programmazione, controllo, verifica e valutazione mediante la predisposizione del piano triennale, attuato con piani annuali . Le Regioni e le Province autonome partecipano invece alla realizzazione degli interventi negli ambiti previsti.
E' prevista l'istituzione di un apposito Albo degli Enti di servizio civile universale quali soggetti pubblici e privati che presentano i programmi di intervento e ne curano la realizzazione.
Per i giovani operatori volontari viene introdotto un modello flessibile in base alle esigenze di vita dei giovani con una durata che potrà andare dagli otto ai dodici mesi.
E' prevista anche la possibilità di definire criteri per il riconoscimento delle competenze acquisite durante il periodo di servizio ai fini lavorativi.
Viene garantita la partecipazione al servizio civile:
- ai cittadini italiani,
- cittadini dell’Unione europea, e
- degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia.
Particolare attenzione è riservata alle problematiche dei giovani con minori opportunità che avranno maggiori occasioni di partecipazione agli interventi di servizio civile, anche attraverso meccanismi di premio a favore degli enti che realizzeranno gli interventi con l’impiego di questi giovani.
Viene anche prevista la possibilità di effettuare il servizio, per un periodo di tre mesi, in uno dei Paesi dell’Unione europea, al fine di rafforzare il senso di appartenenza all’Unione nonché di facilitare lo sviluppo di un sistema europeo di servizio civile, ovvero in alternativa di usufruire di un tutoraggio finalizzato alla facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro.
Il decreto stabilisce infine l'istituzione della Consulta nazionale per il servizio civile universale e la Rappresentanza degli operatori volontari, a livello nazionale e regionale, quali organismi di confronto sull'attuazione dei programmi.
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