Come noto sono numerose le novità che si prevedono in ambito previdenziale, forse già per il 2017. Nell'ultimo Documento di Programmazione Economico Finanziaria 2016 il Governo ha ribadito la volontà di modificare parzialmente il sistema pensionistico ridefinito nel 2012 dalla Riforma Fornero con l'innalzamento dell'età per andare in pensione, ora non più fissa ma agganciata alla speranza di vita. Si attende in questi giorni il nuovo DPEF che chiarirà meglio le reali possibilita di investimento
Il Governo è al lavoro da mesi, anche con un serrato confronto con le parti sociali sulle seguenti ipotesi:
- flessibilità in uscita con "APE" anticipo pensionistico con un prestito ventennale anticipato dalle banche
- rendere piu economica la ricongiunzione di contributi versati a casse diverse,
- benefici contributivi per il lavoratori precoci (6 mesi di contributi figurativi garantiti per ogni anno di lavoro in minore età)
- agevolazioni anche per i cosiddetti lavori usuranti (che potrebbero ricomprendere operai edili e inferimeri di sala operatoria)
- aumenti per le pensioni "minime" attraverso innalzamento della no tax area o ampliamento dell'assegno di quattordicesima.
Su quest'ultimo punto è intervenuto ieri il premier Renzi in una trasmissione televisiva sottolineando la ferma intenzione di allargare la platea dei pensionati che avranno diritto alla "somma aggiuntiva" cosi si chiama tecnicamente ( introdotta dal Governo Prodi ) ed erogata ora a chi riceve meno di 7500 euro annui . Stando alle parole del Premier: "il nostro obliettivo sarebbe arrivare il piu possibile vicino ai 1000 euro di pensione ... " L'aumento quindi sarebbe di 80 euro (ancora una volta!). Secondo Renzi il costo per chi esce volontariamente con l' APE non supererà il 5% , mentre per chi svolge lavori usuranti, ha disabili a carico o è disoccupato il Goeverno punta a una penalizzazione che non superi l'1%.
Negli ultimi incontri con le parti , al momento di definire le risorse in campo si sono evidenziate le difficoltà: il Governo ha messo in campo 1,5 miliardi mentre per i sindacati servirebbero in realtà almeno 2,5 miliardi . II sottosegretario Nannicini e il premier Renzi stesso si sono impegnati chiaramente in alcune interviste sul rafforzamento delle pensioni più basse e sulle modifiche alla riforma Fornero ma non hanno parlato di cifre. Nel frattempo sia il ministro Padoan che il viceministro Morando hanno parlato di una legge di Stabilità in cui le misure, e quindi le risorse disponibili, saranno concentrate sulla crescita ed eventualmente su tagli all'Ires e all'Irpef, trascurando di fatto il capitolo Previdenza..
Prende forma anche il progetto RITA: la possibilità di una Rendita Integrativa Temporanea Anticipata per chi vuole andare in pensione in anticipo ed è iscritto a qualche forma di previdenza complementare . Questi soggetti, con gli stessi requisiti necessari per l'APE, potrebbero evitare l'anticipo pensionistico tramite gli istituti finanziari e godere invece di sgravi fiscali fino al 15% su eventuali anticipi di capitale del loro fondo integrativo privato.
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1) RIFORMA PENSIONI: ANTICIPO PENSIONISTICO DI TRE ANNI SENZA PENALIZZAZIONI "APE"
La proposta del Governo per l’anticipo pensionistico - APE-, come ribattezzato dal premier Renzi , prevede la possibilità di pensione di vecchiaia anticipata al massimo di tre anni . Nel caso il primo anno di applicazione fosse effettivamente il 2017, essa interesserà
- i nati dal 1.6.1951 al 31.5.1952 a cui mancano a 1 anno e un mese a 2 anni per la pensione .
- i nati dal 1.6 1952 al 31.12. 1953 a cui mancano da 2 anni e 5 mesi a 3 anni per la pensione di vecchiaia .
Per questi soggetti le indiscrezioni parlavano di una penalizzazione pari al 2 o 3% , per ogni anno di anticipo, da applicare sugli assegni di pensione fino al triplo della pensione minima mentre su quelli più alti (cioè oltre 1500 euro ) si ipotizzava ad una aliquota del 7-8% .
Queste aliquote vanno applicate alla quota retributiva maturata:
- fino al 31.12.1995 (per chi a quella data aveva meno di 18 anni di contributi) oppure
- fino al 2011 (per chi a fine 1995 aveva più di 18 anni di contributi).
Il punto di partenza di questa proposta era il disegno di legge del 2013 dell’on. C. Damiano (ddl 857 d) ex Ministro del lavoro, che prevedeva la possibilità di concordare l'età di usita dal mondo del lavoro (pensione flessibile) ed anche di abbassare a 41 anni i requisiti contributivi necessari per uscire , indipendentemente dall'età anagrafica .
Il costo di tali modifiche per il sistema previdenziale sarebbe però pari a 8,5 miliardi di euro.
2) RIFORMA PENSIONI 2016: ESEMPI DI COSTI, CRITICHE E PROPOSTE
Sul punto recentemente la UIL ha presentato uno studio piuttosto critico nel quale si afferma che i costi di una riforma di questo tipo sarebbero eccessivi per i lavoratori , infatti “Uscire in anticipo potrebbe costare a chi dovrebbe ricevere un assegno da 1.500 euro lordi fino a 2.340 euro l'anno, se si applicasse un taglio lineare del 4% l'anno, che arriverebbe quindi al 12% uscendo 3 anni prima. Chi avesse diritto a un assegno da 1.000 euro al mese, cioè 13.000 euro lordi annui vedrebbe la propria pensione tagliata di 520 euro l'anno con un anticipo di un anno, che salgono a 1.040 con due anni di anticipo e a 1.560 con tre anni di anticipo . Per chi si trova all'incirca sopra tre volte il minimo, con un "trattamento di 19.500 euro lordi annui" si tratterebbe invece di "rinunciare a 780 euro per un anno di anticipo, a 1.560 euro per due anni, e con 3 anni di anticipo a 2.340 euro".
Da parte sua il segretario della CGIL Susanna Camusso è intervenuta più volte nei giorni scorsi per pressare i Governo nell’anticipare i tempi del confronto ai fini di un intervento massiccio di modifica della riforma Fornero che definisce tout court “una legge ingiusta “ ma non si è espressa nel merito
La proposta dell’INPS
Già l’anno scorso il presidente dell’INPS Tito Boeri aveva invece illustrato all’interno della sua relazione sulla gestione dell’INPS ( intitolata “Non per cassa ma per equità” ) la proposta che l’assegno di pensione sia calcolato tutto con il metodo contributivo e si ottenga però con almeno 35 anni di contributi.
Il sistema ricalcherebbe l’istituto detto Opzione Donna , recentemente prorogato per tutto l 2015 , con cui le donne lavoratrici hanno potuto optare per l’uscita anticipata , a 57 e 58 anni (rispettivamente per le dipendenti e per le autonome). Secondo Boeri , uno dei maggiori sostenitori di una riforma generale del sistema pensionistico che intervenga pesantemente sulgli assegni piu alti, la sua proposta si autofinanzia e sarebbe importante anche per il ricambio generazionale e l'occupazione dei giovani.
La proposta di Boeri prevede anche di dare l’opportunità di continuare a versare i contributi, su base volontaria, da parte dei lavoratori già in pensione , e che i datori di lavoro possano versare contributi aggiuntivi per permettere ai loro dipendenti che si ritirano prima di incrementare la loro pensione iniziale.
3) RIFORMA PENSIONI 2016: PRESTITO PREVIDENZIALE E PRESTITO PENSIONISTICO
Per far fronte agli inevitabili maggiori costi sulla finanza pubblica al Ministero del lavoro è stata messa a punto una soluzione che coinvolge gli istituti bancari e le assicurazioni chiamata prestito pensionistico, anch'essa figlia di una proposta di parlamentari democratici . In origine il progetto consisteva in un sostegno economico esclusivamente per i lavoratori disoccupati in condizioni di bisogno e di età prossima alla pensione che non possono piu contare sulle indennità di disoccupazione attualmente in vigore.
Nell'incontro con i sindacati del 14 giugno 2016 il Ministro Poletti ha confermato che è proprio questa la via che il Governo intenderebbe percorrere per garantire la flessibilità in uscita limitando al massimo i costi per lo Stato . Si tratta dell' anticipo pensionistico affiancato dal prestito previdenziale ventennale; in pratica il lavoratore che esce in anticipo percepisce si la pensione dall'INPS ma deve contemporanamente restituire la rata di mutuo stipulato dall'INPS con gli istituti di credito, per cui l'assegno sarà comunque decurtato . Si parla di un incidenza che potrebbe arrivare al 15% per gli assegni più alti, o forse , per i lavoratori che scelgono volontariamente l'uscita dal mondo del lavoro. Questo sistema consente di limitare i costi per le casse dello Stato a 500-600 milioni di euro.
Sono allo studio però i sistemi per limitare al massimo l'incidenza dei costi finanziari , grazie ad agevolazioni e interventi statali, riservati a:
- i lavoratori in difficoltà come i disoccupati di lungo periodo e prossimi alla pensione;
- le donne e
- i soggetti che svolgono lavoro usurante
Chi non rientra in queste categorie ma, avendo i requisiti anagrafici e contributivi visti sopra, sceglie di uscire prima volontariamente, potrebbe essere maggiormente penalizzato dal costo del prestito .
Va ricordato comunque che la misura allo studio sarebbe inizialmente sperimentale per due anni.
4) RIFORMA PENSIONI 2016: I REQUISITI PER LA PENSIONE ANTICIPATA OGGI
La legge 214 2011 (Monti - Fornero) aveva aumentato gradualmente l’età pensionabile agganciandola alla speranza di vita e prevedendo di arrivare a 70 anni nel 2050 con un minimo di 20 anni di contributi; di conseguenza ha modificato il requisito contributivo per la pensione di vecchiaia anticipata :
- Nel 2016 ,con il sistema di calcolo misto retributivo-contributivo è pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini , e 41 anni e 10 mesi per le donne. Esso continuerà ad aumentare arrivando nel 2050 a 46 anni e tre mesi per gli uomini e 45 e 3 mesi per le donne.
- Per chi applica il sistema contributivo (ossia chi ha iniziato a lavorare dopo il 1.1.1996 ) si può optare per la pensione , con gli stessi requisiti oppure con età non inferiore a 63 anni e 7 mesi e un assegno pensionistico non inferiore a 2,8 volte la pensione minima (oggi circa 1250 euro).
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