I lavori socialmente utili sono progetti che coinvolgono particolari categorie di lavoratori in difficoltà, sono sottoposti a INAIL e retribuiti con assegno periodico, tale importo va dichiarato in dichiarazione dei redditi. Vediamo nel dettaglio.
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1) I lavori socialmente utili: quali lavoratori coinvolgono
L’INPS, sul proprio sito, definisce lavori socialmente utili: “tutte le attività che hanno per oggetto la realizzazione di opere e la fornitura di servizi di utilità collettiva, mediante l'utilizzo di particolari categorie di soggetti". I progetti di lavori socialmente utili sono promossi dalla Pubblica Amministrazione, degli enti pubblici economici, dalle società a prevalente base pubblica e dalle cooperative sociali e riguardano particolari categorie di lavoratori.
L’entrata in vigore del D. Lgs 150/2015 ha fatto un quadro dei lavori socialmente utili, chiarendo che:
- I lavoratori coinvolti sono coloro:
- percettori di strumenti di sostegno del reddito in costanza di rapporto di lavoro, cioè i cassintegrati;
- disoccupati con più di 60 anni che non abbiano ancora maturato il diritto al pensionamento.
- L’impiego dei lavoratori è possibile nel territorio del Comune ove sono residenti, quindi l’ambiente di lavoro viene allargato all’intero spazio territoriale comunale.
- L’orario è proporzionato al rapporto tra l’indennità percepita e la paga base iniziale prevista per la mansione dall’ente presso la quale si viene utilizzati. Il tetto massimo delle 20 ore previste precedentemente rimane per i disoccupati con più di 60 anni che non abbiano ancora maturato il diritto alla pensione.
Per quanto riguarda le varie tipologie di lavori e il numero di lavoratori coinvolti; ogni anno viene stipulata una convenzione tra le singole Regioni e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si precisa che dato che lo svolgimento di questi lavori non comporta l’instaurazione di un rapporto di lavoro, non c’è cancellazione dalle liste di mobilità.
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2) I lavori socialmente utili: quali sono
Sebbene non sia possibile fare un’elencazione esaustiva delle tipologie di lavori socialmente utili, in quanto dipendenti dalle singole convenzioni stipulate tra le Regioni e il Ministero del Lavoro, si può ricorrere alla Legge 196/1997 dove all’art. 22-Delega al Governo per la revisione della disciplina dei lavori socialmente utili- sono elencati i prevalenti settori ai quali devono essere rivolti i progetti dei lavori socialmente utili. In particolari essi riguardano:
- “ i servizi alla persona: soprattutto con riguardo all'infanzia, all'adolescenza, agli anziani, alla riabilitazione e recupero di tossicodipendenti, ai portatori di handicap e ad interventi mirati nei confronti delle devianze sociali;
- alla valorizzazione del patrimonio culturale;
- alla salvaguardia dell'ambiente e alla tutela del territorio;
- alla raccolta differenziata, alla gestione di discariche e di impianti per il trattamento di rifiuti solidi urbani;
- alla manutenzione del verde pubblico;
- alla tutela della salute nei luoghi pubblici e di lavoro;
- al miglioramento della rete idrica;
- all'adeguamento e perfezionamento del sistema dei trasporti;
- alle operazioni di recupero e bonifica di aree industriali dismesse;
- al recupero e risanamento dei centri urbani;
- alla tutela degli assetti idrogeologici;
- alle aree protette e ai parchi naturali.”
Come chiarito precedentemente l’elenco non è esaustivo ma permette di avere una panoramica delle diverse tipologie di lavori rientranti nella categoria dei lavori socialmente utili.
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3) I lavori socialmente utili: tassazione e dichiarazione dei redditi
Dal punto di vista fiscale, i compensi per i lavori socialmente utili hanno trattamenti differenti in base al reddito complessivo e all'età del percipiente.
- compensi per lavori socialmente utili agevolati. L’art.52, lettera d-bis del Testo Unico delle Imposte sui redditi ha previsto agevolazioni per i percipienti dei compensi per lavori socialmente utili che rispettino i seguenti requisiti:
- abbiano raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia in base alla vigente normativa,
- abbiano un reddito complessivo non superiore a euro 9.296,22, al netto della deduzione prevista per l’abitazione principale e per le relative pertinenze.
L’agevolazione fiscale consiste nell’assoggettamento solo per le somme che eccedono euro 3.098,74 a ritenuta a titolo d’imposta ai sensi dell’art. 24, comma 1-bis, D.P.R. n. 600/73 con l’aliquota prevista per il primo scaglione di reddito, mentre nel caso in cui il compenso percepito non ecceda 3.098,74 euro tale reddito è escluso da imposizione, come chiarito dalla Risoluzione 398/E dell’Agenzia delle Entrate.
Nel caso in cui si abbia come unico reddito quello percepito per i lavori socialmente utili sottoposti a tassazione agevolata, poichè la ritenuta eventualmente operata è a titolo d'imposta, il lavoratore è esonerato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.
2. compensi per lavori socialmente utili non agevolati: nel caso in cui non si abbiano i requisiti di cui sopra (età per la pensione di vecchiaia e reddito globale inferiore a 9.296,22 euro al netto dell'abitazione principale e delle relative pertinenze) i compensi percepiti per i lavori socialmente utili sono tassati allo stesso modo dei redditi da lavoro dipendente e assimilato e concorrono al reddito imponibile ai fini dell'IRPEF.
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4) I lavori socialmente utili: differenza con il baratto amministrativo
Diverso dai lavori socialmente utili che sono regolarmente retribuiti è il cd. “Baratto amministrativo” così come introdotto all’art. 11, comma 2, lett. f) del D.lgs. n. 23 del 2011 e, successivamente, dall’art.24 del Dl n.133 del 2014. Questo istituto consiste nella possibilità per certe categorie di contribuenti residenti nei Comuni aderenti all’iniziativa, di pagare o ridurre il proprio debito con il Comune attraverso lo svolgimento di lavori utili alla comunità.
Letteralmente l’art. 24 del D.L 133/2014, convertito in Legge n.164/2014, recita: “I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purche' individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalita' di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attivita' posta in essere. L'esenzione e' concessa per un periodo limitato e definito, per specifici tributi e per attivita' individuate dai comuni, in ragione dell'esercizio sussidiario dell'attivita' posta in essere. Tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunita' di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute.”.
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5) I lavori socialmente utili: differenza con i lavori di pubblica utilità
I lavori socialmente utili e i lavori di pubblica utilità sono istituti completamente diversi tra loro. I lavori socialmente utili sono stati definiti precedentemente, mentre per quanto riguarda i lavori di pubblica utilità il Ministero della Giustizia sul proprio sito li definisce come “una sanzione penale consistente nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o presso enti e organizzazioni di assistenza sociale o volontariato. La prestazione di lavoro, ai sensi del decreto ministeriale 26 marzo 2001, viene svolta a favore di persone affette da HIV, portatori di handicap, malati, anziani, minori, ex detenuti o extracomunitari; oppure nel settore della protezione civile, della tutela del patrimonio pubblico e ambientale o in altre attività pertinenti alla specifica professionalità del condannato.”
I lavori di pubblica utilità vengono resi dal condannato a favore della società e consistono nell’espressione di una sanzione penale come nel caso di violazione del codice della strada o di violazione della legge sugli stupefacenti, pertanto non sono ovviamente retribuiti.