Le Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2013-bis, sono state approvate il 21 ottobre dalla Camera e successivamente promulgate, senza modificazioni , come Legge N. 161 del 30 ottobre 2014, pubblicata in G.U. n. 261 del 10 novembre 2014.
Di seguito, si prendono in considerazione le principali novità della legge in materia di lavoro.
L'articolo 13 reca disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, con riferimento alle ipotesi di costituzione di nuova impresa e di modifiche significative del processo produttivo o dell'organizzazione del lavoro.Le novelle in esame sono intese a definire alcuni profili della procedura di infrazione n. 2010/4227, per il non corretto recepimento degli articoli 5 e 9 della direttiva quadro europea 89/391/CEE sulla sicurezza sul lavoro.
L'articolo 14 - che è stato introdotto dalla Camera - riguarda la disciplina in materia di durata media massima dell'orario di lavoro settimanale e di riposo giornaliero per il personale degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale. L'unica modifica operata in Senato dalla Commissione in sede referente concerne il termine di decorrenza dell'abrogazione (comma 1) delle norme che escludono, per il personale degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale appartenente alle aree dirigenziali o al ruolo sanitario, l'applicazione della disciplina generale in materia di riposo giornaliero nonché, per il solo personale dirigenziale, quella in materia di durata media massima dell'orario di lavoro settimanale.
L'articolo 16 - introdotto dalla Camera - estende ai dirigenti, con le specificazioni poste dalla novella di cui al comma 1, lettera b), le procedure di informazione e consultazione sindacali relative ai licenziamenti collettivi (vigenti per le altre categorie di lavoratori) ed i criteri di scelta dei dipendenti da licenziare.
L'estensione in oggetto è connessa alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 13 febbraio 2014 - causa C-596/12, che ha condannato l'Italia per la mancata applicazione ai dirigenti delle procedure di informazione e consultazione sindacali relative ai licenziamenti collettivi e richieste dall'art. 2 ai licenziamenti collettivi e richieste dall'art. 2 della direttiva 98/59/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998.
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