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REDDITOMETRO, I CRITERI PER I PERIODI D'IMPOSTA DAL 2011

Redditometro, i criteri per i periodi d'imposta dal 2011

Definiti i criteri per la determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche, in base al redditometro, per i periodi d'imposta 2011 e successivi

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E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 223 del 25 settembre scorso il Decreto MEF 16.09.2015, che ha individuato il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva sulla base del quale verrà fondata la determinazione sintetica del reddito complessivo delle persone fisiche per gli accertamenti relativi al periodo d'imposta 2011 e successivi.

Il nuovo Decreto, sebbene simile nella struttura al precedente Decreto 24.12.2012 le cui regole erano applicabili per gli accertamenti a partire dal periodo d'imposta 2009, differisce tuttavia per alcune significative novità, anche per recepire il parere del Garante della Privacy del 2013. In particolare:

  • escono di scena le spese medie Istat, oggetto di molte polemiche;
  • in presenza di informazioni afferenti a spese effettive in Anagrafe tributaria relative ad elementi certi, il dato presente in Anagrafe tributaria si considera comunque prevalente rispetto a quello calcolato induttivamente;
  • infine, la quota risparmio formatasi nell’anno rileva al netto della quota non utilizzata per consumi e investimenti.

1) Accertamento sintetico e redditometro

L’accertamento sintetico è un tipo di accertamento esperibile solo nei confronti delle persone fisiche e a cui gli Uffici dell’Amministrazione finanziaria possono ricorrere ogniqualvolta vi sia uno scostamento tra il reddito dichiarato effettivamente dal contribuente ed il reddito a lui attribuibile “sinteticamente” sulla base delle spese sostenute.
Al fine di consentire agli Uffici di procedere all’accertamento sintetico in base a parametri uniformi, il Ministero dell’Economia e delle Finanze stabilisce gli indici ed i coefficienti presuntivi di reddito (o di maggior reddito) in relazione alla disponibilità da parte del contribuente di beni o servizi indicatori di un’elevata capacità contributiva (c.d. “redditometro”).

La disciplina dell’accertamento sintetico, contenuta nell’art. 38 del D.P.R. n. 600/1973, è stata quasi completamente riformulata dal D.L. n. 78/2010, convertito nella Legge n. 122/2010 (c.d. “Manovra correttiva 2010”), anche in termini di potenziamento del redditometro, come strumento di accertamento rivolto a contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale. L’intervento legislativo, infatti, ha avuto come obiettivo principale, quello di adeguare l’accertamento sintetico al contesto socio-economico, mutato nel corso dell’ultimo decennio, rendendolo più efficiente e dotandolo di garanzie per il contribuente, anche mediante il contraddittorio.

Con il nuovo redditometro, gli uffici dell’Agenzia delle Entrate possono “sempre” determinare sinteticamente il reddito del contribuente “sulla base di spese di qualunque genere”, sostenute nel periodo d’imposta. Non è più necessaria l'esistenza di elementi e circostanze “certi” per poter avviare la procedura di accertamento sintetico. 

In base alle nuove regole, inoltre, l’Agenzia delle Entrate attiva la procedura di accertamento sintetico quando l’ammontare del reddito accertabile si discosta di almeno 1/5 (20%) rispetto all’ammontare del reddito dichiarato dal contribuente, anziché di 1/4 (25%).

Non è più necessario, inoltre, che il gap tra i due redditi si manifesti per almeno 2 anni periodi d’imposta, bensì è sufficiente che si manifesti uno scostamento annuale.

Vengono presi in considerazione nuovi elementi induttivi, classificati in oltre 100 voci di spesa, che tengono conto dell’analisi di campioni significativi di contribuenti, differenziati per nucleo familiare (11 macrotipologie) e contesto territoriale (5 aree territoriali).

Il “nuovo redditometro”, definito anche “redditometro 2.0”, è stato attuato con il Decreto MEF 24.12.2012, le cui regole erano applicabili per gli accertamenti a partire dal periodo d'imposta 2009 ma, essendo previsto dall'art. 38, comma 5, del D.P.R. n. 600/1973 che ogni 2 anni, con Decreto MEF, venga aggiornato il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva, con un nuovo Decreto MEF del 16.09.2015 è stato aggiornato tale contenuto induttivo per gli accertamenti da redditometro relativi ai periodi d'imposta 2011 e successivi.

 Il contenuto del nuovo Decreto ricalca per molti versi quello del precedente Decreto 24.12.2012 le cui regole erano applicabili per gli accertamenti a partire dal periodo d'imposta 2009, ma ne differisce tuttavia per alcune significative novità, anche per recepire il parere del Garante della Privacy del 2013.

2) Redditometro: determinazione del reddito sintetico accertabile

In base alle nuove regole definite dal Decreto MEF 16.09.2015, il reddito accertabile sinteticamente dal Fisco per i periodi d'imposta 2011 e successivi è dato dalla somma dei seguenti elementi:

  • spese, anche diverse rispetto a quelle indicate nella tabella A allegata al Decreto, che, dai dati disponibili o dalle informazioni presenti nel Sistema informativo dell’Anagrafe tributaria, risultano sostenute dal contribuente;
  • ulteriori spese riferite ai beni e servizi, presenti nella tabella A, nella misura determinata considerando la spesa rilevata da analisi e studi socio economici;
  • quota relativa agli incrementi patrimoniali del contribuente imputabile al periodo d'imposta, nella misura determinata con le modalità indicate nella tabella A; a tal fine, sono considerati gli investimenti netti, ossia gli investimenti al netto dei disinvestimenti dello stesso anno e dei 4 precedenti;
  • quota di risparmio dell’anno, individuata verosimilmente dalla differenza del saldo del c/c al 31.12 rispetto al saldo all’1.1, e non utilizzata per consumi ed investimenti.

Rispetto a quanto previsto dal precedente Decreto MEF 24.12.2012, il Decreto 16.09.2015 non considera più, nella determinazione del reddito complessivo accertabile, anche la quota parte, attribuibile al contribuente, dell'ammontare della spesa media ISTAT riferita ai consumi del nucleo familiare di appartenenza.

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Commenti

Daniele - 27/01/2013

Tra il 2009 e il 2011 io e la mia famiglia abbiamo avuto gravi problemi economici, causati principalmente dalla malattia e dalla morte di mio padre. Appena chiusa la sua partita IVA abbiamo dichiarato quasi nulla perchè non avevamo più nulla, solo la pensione di mia madre e mio fratello già aveva i suoi problemi con la sua attività, che poi ha chiuso perchè andava malissimo. Siamo stati aiutati a più riprese: da un'associazione di volontariato, durante la malattia di mio padre, da amici per le spese del funerale (che l'agenzia delle entrate potrebbe dare per pagate da noi, mentre i soldi non erano nostri), da un altro amico nel 2011 per bollette varie... bene, di tutte queste cose non abbiamo nulla di scritto perchè erano prestiti in contanti. Quindi, oltre il danno anche la beffa? Oltre ad avere avuto (e in parte anche adesso, ma almeno ho un lavoro) problemi economici e a gennaio 2010 circa 50 € di patrimonio totale (casa esclusa), potremmo essere considerati evasori perchè non abbiamo le prove cartacee di quegli aiuti?

maria - 19/01/2013

mai i mille euro debbono intendersi lordi o netti?grazie

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