Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della manovra, avvenuta il 16 luglio 2011, il bollo su deposito titoli inferiore a 50.000 euro rimane lo stesso, con le seguenti alternative:
- 34,20 euro annuale;
- 17,10 euro semestrale;
- 8,55 euro trimestrale;
- 2,85 mensile.
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- La Fattura elettronica (eBook)
- L'applicazione dell'imposta di bollo (eBook 2021)
- L'imposta di bollo - casi pratici (eBook 2021)
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1) Sopra i 50.000 €, aumenti immediati e quelli ulteriori dal 2013
Sopra la soglia dei 50.000 euro, il carattere progressivo del superbollo prevede aumenti immediati:
- per depositi tra i 50.000 e i 150.000 euro: 70 euro annui, da subito;
- per depositi tra i 150.000 e i 500.000 euro: 240 euro annui, da subito;
- per depositi sopra i 500.000 euro: 680 euro annui, da subito;
Per i dossier titoli superiori a 50.000 euro, ci saranno ulteriori aumenti dal 2013:
- per depositi tra i 50.000 e i 150.000 euro: 230 euro annui;
- per depositi tra i 150.000 e i 500.000 euro: 780 euro annui;
- per depositi sopra i 500.000 euro: 1.100 euro annui;
2) Quali sono le conseguenze di questo provvedimento definitivo?
Le modifiche apportate al testo della manovra, che inizialmente sembrava colpire in modo pesante i piccoli risparmiatori, hanno introdotto un criterio di progressività. Chi ha un deposito titoli sotto i 50.000 euro continuerà a pagare la stessa imposta di bollo, fermo restando che per investimenti minimi risulta comunque difficile un guadagno.
Chi ha un dossier titoli superiore a 50.000, verrà colpito in modo maggiore dalla misura. Tuttavia, dato che il valore nominale o di rimborso viene considerato per la singola banca, probabilmente molti dei risparmiatori maggiori studieranno alternative per “aggirare l’ostacolo”, suddividendo i depositi più consistenti in depositi minori, per evitare l’imposta di bollo, anche se andranno considerate le altre spese di gestione.
Resta da vedere cosa accadrà con il nuovo sistema di tassazione dei redditi da investimento. La delega per la riforma fiscale prevede un’aliquota unica al 20% (esclusi i Titoli di Stato, che dovrebbero restare al 12,5%). Forse molti risparmiatori vedranno come più appetibili conti correnti e deposito, sui quali il prelievo ora è del 27%.