La Commissione Europea critica nuovamente i criteri di costituzione dei Centri di Assistenza Fiscale italiani ritenendoli ancora discriminatori nonostante le aperture ai commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro per l'assistenza sul modello 730.
Secondo Bruxelles il mercato "dell'assistenza fiscale" non si è ancora sufficientemente aperto; nella legislazione italiana, anzi, permangono elementi di contrasto con gli articoli 43 e 49 dei Trattati che tutelano la libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servizi.