Secondo la VI sezione penale della Corte di Cassazione (nella sentenza 1151/ 2003), «commette esercizio abusivo della professione anche chi compie gli atti non riservati esclusivamente agli iscritti all'Albo professionale dei ragionieri, dei dottori commercialisti e dei consulenti del lavoro, senza essere iscritto all'Ordine».
Di parere opposto i tributaristi delle associazioni di Lapet e Int secondo i quali la pronuncia indicata è soltanto una eccezione ad un orientamento consolidato che riconosce libertà di esercizio per quelle professioni non riservate per legge ad alcuni soggetti.