Politiche di sostegno al settore della distribuzione moderna e del commercio tradizionale per agevolare misure anti inflazione e tutelare il potere di acquisto del consumatore.
Con un comunicato del 4 agosto 2023 il Ministero delle Imprese e del Made in Italy annuncia di aver sottoscritto nella stessa data un protocollo di intesa con i rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale. Lo scopo principale è quello di diminuire l’inflazione italiana che sembra non aver trovato fino ad ora nessun freno alla sua crescita. Tuttavia secondo i più recenti dati Ocse, “l’inflazione in Italia nell’ultimo mese scende dal 7,6% al 6.4% con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore a quello registrato nell’area Ocse dove l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8%”.
Il ministro del Mimit, Adolfo Urso, dichiara che il Governo è convinto di poter ricondurre l’inflazione a livelli naturali con il paniere calmierato. Le associazioni dei consumatori così come la filiera della distribuzione e del commercio, affiancano costantemente il lavoro del Mimit nel monitoraggio dei prezzi e quindi nel loro contenimento per tutelare il potere di acquisto delle famiglie.
L'accordo è stato siglato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dai rappresentanti di Federdistribuzione, Associazione Nazionale Cooperative dei Consumatori COOP, Associazione Nazionale Cooperative fra i Dettaglianti, Confcommercio – Imprese per l’Italia, Federazione Italiana Esercenti settore Alimentare - Fiesa Confesercenti, Federfarma - Federazione nazionale unitaria dei titolari di farmacia italiana, A.S.SO.FARM. Federazione Aziende e Servizi Socio Farmaceutici, Federazione Farmacisti e Disabilità Onlus, Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) - Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane (CULPI), Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, Unione Nazionale Farmacisti Titolari di Sola Parafarmacia (UNaFTISP).
In particolare, il Ministero delle imprese e del Made in Italy e le associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale, si sono impegnati reciprocamente per trovare un’intesa entro il 10 settembre, ovvero le modalità per attuare ed avviare una misura di contenimento dell’inflazione sui prodotti di più largo e generale consumo, compresi quelli per l’infanzia. Il trimestre anti inflazione opererà nell’ultimo trimestre del 2023, ossia dal 01 ottobre al 31 dicembre.
Tuttavia, Centromarca e Ibc, hanno ritenuto opportuno non partecipare alla sottoscrizione dell’accordo per diversi motivi. Innanzitutto perché i prezzi delle materie prime oscillano costantemente e per tale ragione non è possibile effettuare previsioni realistiche sulle politiche commerciali future. Controllare i prezzi porterebbe quindi a rischio la tenuta stessa del tessuto produttivo, soprattutto delle piccole e medie imprese. Allo stesso tempo, i produttori di beni di largo consumo, ritengono di aver fatto già il possibile per non ribaltare improvvisamente sui consumatori gli extracosti da materie prime, trasporti, energia, imballaggi e lo hanno fatto riducendo in modo significativo, in questi ultimi anni, i profitti.
Pur nel rispetto della legge, ogni industria è autonoma nel rapporto con fornitori e clienti e nella definizione di politiche commerciali. Questo protocollo, nei fatti, potrebbe creare interferenze nelle relazioni di filiera e una distorsione della concorrenza tra le imprese. Verifiche legali hanno appurato che la stessa normativa Antitrust non consente a Centromarca e Ibc di promuovere presso le aziende associate gli impegni oggetto del protocollo promosso dal Mimit.
Detto ciò, Centromarca e Ibc, rimangono aperti al dialogo con il Governo e le altre aziende della distribuzione per trovare la soluzione più idonea nella risoluzione delle inefficienze che riguardano la filiera del largo consumo le quali poi si riflettono sui consumatori finali traducendosi in prezzi maggiorati.
Alcune soluzioni potrebbero essere, per esempio, agire sulla riduzione dell’Iva sui beni di consumo, ulteriori tagli al cuneo fiscale o politiche ad hoc per rendere concorrenziali alcuni settori.
Si ricorda che Centromarca, Associazione Italiana dell’Industria di Marca, rappresenta circa 200 tra le più importanti industrie operanti nel settore dei beni di largo consumo. Si tratta di aziende italiane e multinazionali, alimentari e non alimentari, che nell’insieme sviluppano un giro di affari di 58 miliardi di euro, un valore aggiunto di 11 miliardi di euro e occupano direttamente quasi 100 mila addetti.
Ibc, Associazione Industrie Beni di Consumo, rappresenta invece aziende attive sia in Italia che all’estero operanti nei settori alimentare, bevande, prodotti per la cura dell’ambiente domestico e della persona, tessile e abbigliamento, arredo, prodotti e accessori per la casa. Si tratta di 33 mila imprese che generano un giro d’affari stimato in 100 miliardi di euro.
Donatella Prampolini, presidente di Confcommercio, si congratula invece con tutto il sistema associativo che ha responsabilmente aderito all’accordo, anche riducendo i margini operativi, per tutelare il potere di acquisto delle famiglie.