News Pubblicata il 14/03/2023

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Agricoltura e Decreto Migranti: cosa cambia per le assunzioni

di Redazione Fisco e Tasse

Dal 27 marzo con il nuovo decreto 20 2023 più possibilità di ingresso per lavoratori extracomunitari nel settore agricolo senza bisogno di nuova domanda




Il decreto legge 20/2023 del 10.3.2023 con le nuove norme sull'immigrazione amplia sostanzialmente i flussi di ingresso di lavoratori extracomunitari in agricoltura a partire dal prossimo anno.

 La novità di maggiore impatto è infatti la priorità che viene garantita ai datori di lavoro agricoli nel prossimo decreto flussi.

In sostanza  chi farà domanda a partire  dal 27 marzo  e dovesse risultare in eccesso rispetto alla quota prevista dall'ultimo decreto flussi ,  si vedrà garantito l'accesso  nelle quote del prossimo provvedimento.

Vedi anche Decreto flussi 2022 oltre 82mila ingressi previsti

Ulteriore novità è anche il fatto che non sarà necessario presentare una nuova istanza  per rientrare nelle quote fissate dai decreti successivi, sempre nell'ambito del settore agricolo

Decreto flussi triennale dal 2023 

Le organizzazioni datoriali dell'agricoltura hanno anche  valutato con favore  altri tre aspetti :

  1. il fatto che il  decreto flussi  abbia una durata triennale 
  2. che   anche i permessi di soggiorno  per lavoro a tempo indeterminato, autonomo e per ricongiungimento familiare avranno  durata triennale
  3. i nulla   i nulla osta  al lavoro potranno  essere rilasciati anche prima del parere della Questura, salvo poi essere revocati  nel caso emergano elementi ostaativi. Inoltre il nulla osta sarà avalido per iniziare l'attivita anche in attesa della firma del contratto di soggiorno 

Tutti questi aspetti  oltre che velocizzare i tempi per  le assunzioni dovrebbero consentire di semplificare la programmazione e la gestione dei lavoratori per le aziende. 

Ingressi extra Decreto flussi 

Il decreto migranti 20 2023 prevede inoltre , in prospettiva,  ulteriori possibili ingressi extra decreto flussi  per  cittadini extracomunitari che abbiamo portato a termine nel loro paese  corsi di formazione professionale, civiltà  e lingua italiana.

Tali corsi saranno  organizzati sulla base   degli specifici fabbisogni delle aziende , indicati tramite il ministero del lavoro da parte  delle varie associazioni di categoria.

In questo caso i lavoratori  dovrebbero fare richiesta di visto entro sei mesi dalla fine del corso, allegando la  disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro. 

Questa misura ovviamente ha bisogno di molto più tempo per  essere operativa dato che passa attraverso accordi bilaterali con i paesi di provenienza e l'organizzazione  delle procedure e per i flussi di di comunicazione tra gli enti e  la programmazione dei percorsi formativi.

Fonte: Gazzetta Ufficiale



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