Si è svolto in data 4 novembre il Consiglio dei Ministri n 3 del Governo Meloni.
Nella seduda pomeridiana del CdM viene approvata, tra l'altro, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) che rivede e integra quella deliberata lo scorso 28 settembre, aggiornando le previsioni macroeconomiche e tendenziali di finanza pubblica ed elaborando anche lo scenario programmatico per il triennio 2023-2025.
Come specificato dal comunicato stampa diffuso in chiusura del Consiglio, la politica economica che il Governo ha adottato si basa sull’esigenza di rispondere all’impennata dell’inflazione e all’impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più fragili, e di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane nel contesto europeo e a livello globale, anche in considerazione dei corposi interventi recentemente annunciati da altri Paesi membri dell’Unione europea e extra europei.
Un forte impegno sarà anche dedicato all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana.
In tema di fisco, il Governo sembra voler incidere nettamente sulla leva della progressività, dopo le indiscrezioni sulle modifiche al Superbonus ridotto al 90% e riaperto alle uni-familiari prime case solo sotto una certa soglia di reddito, i temi ora in discussione sono le detrazioni fiscali.
In discussione la riduzione di una serie di sconti al crescere del reddito.
Le regole in vigore oggi prevedono la riduzione a partire dai 120mila euro di reddito lordo annuo fino ad azzerarli da 240mila euro in poi.
Le previsioni parlano di anticipare l'intervallo, facendolo partire da una soglia che potrebbe essere fissata a 60mila euro, per chiuderlo dai 120mila euro in su.
Tutto ciò sarebbe praticabile riguardo ad una serie di detrazioni al 19% che il fisco riconosce per esempio per le spese di istruzione e formazione universitaria, per il costo dei premi assicurativi oltre che per le spese veterinarie e funebri oltre alle detrazioni al 26% per le erogazioni liberali a Onlus e partiti politici.
Il ministro dell’Economia Giorgetti nella conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri ha parlato di una griglia rigida in cui i risparmi fiscali vanno a finanziare interventi sulle tasse.
In merito alla Flat Tax, nella manovra pare avere solo una forma mini, con l’aumento da 65mila a 85mila euro della soglia di ricavi e compensi che apre alle partite Iva le porte del regime agevolato. Per i nuovi ingressi l’aliquota rimarrebbe al 15 per cento.
Inoltre, il Governo prevederebbe una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali con tre possibilità per i contribuenti morosi:
L’entità della manovra netta 2023 viene stimata pari a circa 21 miliardi e sarà destinata interamente al contrasto al caro energia.
La previsione di crescita del PIL nello scenario tendenziale è stata rivista al rialzo per il 2022, da 3,3 per cento a 3,7 per cento, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6 per cento allo 0,3 per cento.
Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all’1,8 per cento e all’1,5 per cento.
Le nuove stime del deficit tendenziale confermano quelle della NADEF di settembre relativamente al 2022 e al 2023, in cui l’indebitamento netto è previsto pari, rispettivamente, al 5,1 per cento del PIL e al 3,4 per cento del PIL.
Vengono invece riviste lievemente al rialzo le previsioni di deficit per il 2024, dal 3,5 al 3,6 per cento del PIL, e per il 2025, dal 3,2 al 3,3 per cento.
Viene inoltre sottolineato che il lavoro di predisposizione della legge di bilancio procederà a ritmi sostenuti nei prossimi giorni, con l’obiettivo di consegnare al più presto al Parlamento il disegno di legge di bilancio per il 2023.
Con ambizione e pragmatismo per superare le complicate difficoltà di questi anni e rispondere alle migliori speranze dei cittadini, senza tuttavia perdere di vista la sostenibilità della finanza pubblica, come conferma la discesa del rapporto debito Pil da circa 150 per cento del 2021 a poco più del 140 del 2025.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, la Relazione al Parlamento, ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, da presentare alle Camere, ai fini dell’autorizzazione allo scostamento di bilancio.
Con la relazione gli obiettivi programmatici sono fissati a 4,5 nel 2023, 3,7 nel 2013 e 3 nel 2025.
Rispetto alla previsione tendenziale questo comporta un margine di risorse da utilizzare di 21 miliardi per il 2023 e di 2,4 miliardi per il 2024.
La relazione dà conto dell’extra gettito di 9,1 miliardi per il 2022.
Attraverso le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento, il Governo intende adottare misure che consentiranno di assicurare gli urgenti e necessari interventi per contrastare gli aumenti energetici.
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