L’ancora giovane storia dell’Unione Europea ha già visto ben tre shock simmetrici: quello finanziario del 2008, quello sanitario del 2020, e quello energetico del 2022; affrontati dalla Commissione europea con altrettanti Temporary framework.
Il Temporary framework, in italiano Quadro temporaneo, è quello strumento con cui l’Unione Europea cerca di rispondere agli shock simmetrici; grazie a questo i singoli Stati possono derogare alle ordinarie regole sugli aiuti di Stato al fine di fronteggiare una situazione di emergenza economica.
Il 23 marzo 2022 la Commissione Europea ha pubblicato il Temporary crisis framework, per distinguerlo dal precedente Temporary framework, quello pandemico, con l’obiettivo di fronteggiare la crisi energetica aggravata dalla situazione bellica in Ucraina (per un approfondimenti sul tema si può leggere l’articolo Temporary framework: gli aiuti di Stato per il superamento della crisi energetica).
Già in quell’occasione appariva evidente che vi fosse l’intenzione di dismettere il precedente Quadro temporaneo, per traghettare l’azione di sostegno dell’economia degli Stati in direzione della crisi energetica.
Il 12 maggio 2022 un comunicato stampa, pubblicato sul sito internet della Commissione europea, ufficializza la dismissione del Temporary framework pandemico, le cui misure di sostegno, prima di estinguersi, si ridurranno gradualmente tra il 2022 e il 2023, al fine di permettere alle imprese di abituarsi al ritorno a una situazione di pregressa normalità.
Il comunicato stampa puntualizza infatti che “il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato legato all'emergenza Covid non sarà prorogato oltre l'attuale scadenza, che per la maggior parte degli strumenti è il 30 giugno 2022. L'attuale piano di transizione ed eliminazione graduale non subirà modifiche, compresa la possibilità per gli Stati membri di attuare misure di sostegno agli investimenti e alla solvibilità rispettivamente fino al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2023”.
Nell’intervista allegata al comunicato stampa Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, ha dichiarato che “il miglioramento della situazione economica legato all'allentamento delle restrizioni è il motivo principale per cui abbiamo deciso di non prorogare il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato legato all'emergenza Covid oltre il 30 giugno 2022, ad eccezione delle misure di sostegno agli investimenti e alla solvibilità, che rimarranno in vigore rispettivamente fino al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2023, come già previsto dalle norme vigenti. Questi due strumenti sono infatti molto importanti per rilanciare l'economia e attirare investimenti privati per una ripresa più rapida, verde e digitale, e per questo gli Stati membri dovrebbero averli a disposizione più a lungo rispetto alle altre misure”.
Al di là del cauto ottimismo con cui la Commissione europea ha deciso di guardare all’attuale contesto sanitario, il fatto che questa abbia deciso di dismettere il Temporary framework pandemico per concentrarsi sul Temporary crisis framework, in un contesto epidemiologico ancora in corso di stabilizzazione, rappresenta la reale misura dell’ampiezza e della gravità delle conseguenze economiche (probabilmente ancora non del tutto esplicate) derivanti da una pressione inflazionistica d’origine composita di difficile gestione.
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