Nella seduta di mercoledì 20 aprile 2022, si è avviato e concluso nelle Camere l'esame del Documento di economia e finanza 2022 e dell'annessa Relazione.
Il testo è stato approvato con larga maggioranza ma si chiede maggiore attenzioni allo scenario economico precario in atto.
Ricordiamo che il DEF è il testo programmatico che contiene le strategie economico-finanziarie da realizzare nei prossimi tre anni.
Come specificato dalle fonti parlamentari, si tratta di un DEF prudenziale, interamente condizionato:
lo hanno plasmato interamente.
Le possibili misure per contrastare il peggioramento dello scenario economico già in atto, evidenziato nel Def 2022 approvato ieri con larga maggioranza, dovrebbe arrivare nei prossimi giorni con un nuovo decreto aiuti.
Il provvedimento dovrebbe poter contare su circa 6 miliardi, resi disponibili con l'ok alla relazione del Governo che aggiorna gli obiettivi di finanza pubblica e il relativo piano di rientro del saldo strutturale di Bilancio.
Tra le principali misure trapelate:
all’attività economica dell’azienda.
Nella prima sezione del documento compare lo schema del Programma di stabilità, che contiene le informazioni richieste dai regolamenti dell'Unione europea e del codice di condotta sull'attuazione del Patto di stabilità e crescita.
Il DEF 2022 include anche il Programma nazionale di riforma; dopo l'esame parlamentare, il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforma verranno inviati al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea per le successive valutazioni.
Per quanto riguarda il contesto macroeconomico italiano, il DEF espone il quadro relativo all'anno 2021 e le previsioni tendenziali e programmatiche per gli anni fino al 2025.
Richiamando le stime ufficiali dell'Istat, il DEF evidenzia come il PIL abbia registrato nel 2021 un buon recupero, come una crescita del 6,6 per cento in termini reali, dopo la contrazione del - 9 per cento registrata nel 2020 a causa della pandemia.
Si sottolinea che nell'analisi complessiva, un'attenzione particolare non può non riguardare il tema dell'incremento del costo delle materie prime e più in generale dei materiali da costruzione, con inevitabili effetti negativi per gli investimenti e gli interventi nel settore delle costruzioni; il che genera inevitabilmente ripercussioni sui tempi e sulle modalità di realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ricollegandosi alle considerazioni svolte dalla Corte dei conti, si ricorda che le tensioni sui mercati delle materie prime, in corso da oltre un anno, si sono ulteriormente acuite con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Tra i diversi aspetti, quello di maggior rilievo dal punto di vista degli impatti sull'economia è rappresentato dall'aumento delle quotazioni del gas, dalle quali dipendono i prezzi dell'energia elettrica.
Gli alti prezzi dell'energia si riflettono, oltre che direttamente sui prezzi al consumo, anche in maniera indiretta sui costi di produzioni sostenuti dalle imprese; i settori più energivori stanno registrando aumenti dei costi eccezionali.
In questa fase non possibile stabilire quale potrà essere l'entità dei rincari dei vari prodotti a regime proprio per l'elevata incertezza legata all'esito della guerra.
Andrebbero prospettate possibili soluzioni alle criticità riscontrate basate sulle seguenti proposte: