Se i riders vengono controllati nell'esecuzione del lavoro dalla piattaforma digitale vanno considerati lavoratori subordinati.Lo prevede un DDL in preparazione da parte del Governo, (qui la bozza) che segue a stretto giro e ricalca quasi integralmente la proposta di direttiva della Commissione europea approvata a dicembre scorso, sui rapporti di lavoro della cosiddetta "gig economy"( riders fattorini traduttori ecc.)
Il disegno di legge dovrebbe portare finalmente ordine al quadro frastagliato creatosi in Italia in tema di lavoro gestito da piattaforme digitali, in cui si susseguono con sentenze contraddittorie, normativa parziale e contratti collettivi adottati con scarsa rappresentatività .
ll disegno di legge specifica definisce la piattaforma di lavoro digitale come "l'insieme di programmi e procedure informatiche che definiscono le modalità di esecuzione del la prestazione lavorativa". Il lavoro intermediato da piattaforma digitale sarebbe quindi sottoposto ai vincoli definiti dalla piattaforma stessa.
Il disegno di legge afferma quindi che la prestazione lavorativa si qualifica come subordinata se sono presenti almeno due dei seguenti 5 elementi:
Con il riconoscimento del lavoro subordinato verrebbero riconosciute a riders e altri lavoratori le tutele tipiche ovvero:
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,Anche la proposta di direttiva prevedeva che i riders come gli altri lavoratori gestiti da piattaforme digitali debbano vedersi riconosciuti i diritti garantiti ai lavoratori dipendenti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
I particolare prevedeva che :
Anche in questo documento viene stabilito che con la sussistenza anche di solo due dei cinque criteri considerati significativi , si presumerà la effettiva subordinazione del lavoratore L'onere della prova contraria si sposta quindi sul datore di lavoro .
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I 5 criteri definiti nella proposta di direttiva sono :
La proposta prevede anche l'obbligo di supervisione umana sui meccanismi degli algoritmi e di comunicare ai riders le modalità e dei criteri con cui sarà giudicato il loro lavoro.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, aveva commentato positivamente il pacchetto di misure della Commissione UE in quanto, ha detto : "la proposta accoglie- e dà supporto a due nostre richieste. Chiarire lo status dei lavoratori delle piattaforme, orientandosi a favore del riconoscimento di un rapporto dipendente, e dare centralità al tema dell'utilizzo di algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale. Bisogna promuovere diritti digitali collettivi adottando misure di garanzia e trasparenza per l'utilizzo di dati e di algoritmi per riequilibrare le asimmetrie del mercato del lavoro digitale.
Il lavoro su piattaforme digitali è un’opportunità e può essere sostenibile solo se offre posti di lavoro di qualità e se rispetta i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici."
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