News Pubblicata il 09/09/2021

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Green pass in palestra: sono vietate le copie da conservare

Intervento dell'autorità Garante della privacy per fermare la pratica di richiesta del green pass per le iscrizioni in palestra da parte dei gestori



Uno dei componenti dell'autorità Garante per la protezione dei dati personale , M. Scorza ha affermato  in una intervista apparsa sul sito istituzionale, che è assolutamente vietato a chiunque , al momento della richiesta di green pass, farne  una copia da conservare  per evitare di ripetere i  controlli negli accessi successivi dei clienti.

 La pratica sembra si stia diffondendo in particolare nelle palestre e centri sportivi che chiedono  ai clienti , al momento dell'iscrizione di consegnare copia del Geen pass  a ssieme al certificato di sana e robusta costituzione e   che li tengono nei propri archivi fino alla data della scadenza .

Il dott Scorza  ricorda che la disciplina sul Green Pass prevede che lo stesso debba  essere  SOLO prEsentato all'ingresso  nei soli luoghi  previsti dalla legge nei quali è necessario ai sensi di quanto previsto dalla legge   attraverso l’apposita App Verifica Covid-19 .

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Questa applicazione consente solo di sapere se il titolare ha un Green Pass valido  senza alcun  riferimento alla condizione che ne ha consnetito il rilascio ne né alla data di scadenza del documento ( che è diversa appunto  nei tre diversi casi di vaccinazione, guarigione o effettuazione di tampone negativo)

Tali richieste costituiscono una  violazione  di legge e in particolare della  disciplina in materia di protezione dei dati personali, come trattamento di dati  non necessari

 Nell'intervento il consigliere ammette che la prassi  rende piu facile la gestione degli accessi degli abbonati ma,  afferma "al tempo stesso, frustra gli obiettivi di bilanciamento tra privacy, tutela della salute e riapertura del Paese che si sono perseguiti con il Green Pass giacché mette in circolazione una quantità di dati personali superiori a quelli necessari e, soprattutto, ne determina la raccolta e la moltiplicazione in una serie di banche dati diversamente sicure."

 Inoltre aggiunge che "A seguire strade diverse rispetto a quelle previste dalla legge si rischia, quindi, anche di trattare dati inesatti perché si considera in possesso di un Green Pass valido un soggetto che, magari, non lo è più" e conclude : "Le regole, insomma, ci sono e la comodità non consente di derogarvi".

Fonte: Garante Privacy



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