Il 31 dicembre 2021 costituisce una data importante per la fatturazione elettronica: scade infatti, in quella data, l’autorizzazione concessa all’Italia dal Consiglio Europeo per l’introduzione della fatturazione elettronica tra privati, autorizzata nel 2018 per un periodo di tre anni.
Prima di quella data il Governo italiano dovrà richiedere la proroga dell’autorizzazione e sembra che, con ogni probabilità, contestualmente, potrebbe richiedere che l’obbligo venga esteso anche ai contribuenti in regime forfetario, per i quali, nel primo triennio, la fattura elettronica è stata soltanto facoltativa.
Il regime forfetario, si ricorderà, ha una genesi di stampo europeo: è la Direttiva CE 112 del 2016, con l’articolo 282 e successivi, che permette la possibilità, per gli Stati, di prevedere regime di esenzioni dall’imposta armonizzata per le imprese di più ridotte dimensioni, primo tassello del regime Forfetario.
Però, grazie all’obbligatorietà della fatturazione elettronica tra privati, è forte la spinta che negli ultimi anni il legislatore ha dato alla elaborazione dei dati fiscali dei contribuenti: la dichiarazione precompilata IVA sarà una realtà nel prossimo futuro e, stando alle linee programmatiche emerse nel corso di diverse audizioni in tema di riforma fiscale, la predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata per gli autonomi e i piccoli imprenditori, in contabilità semplificata e per cassa, rappresenterà il prossimo obiettivo da perseguire. Sembra essersi consolidata la linea di pensiero (difficile dire quanto sia fondata) che l’evasione si combatta con la digitalizzazione, il tracciamento delle transazioni e la predisposizione degli adempimenti fiscali.
In ogni caso, in questo contesto, l’emissione cartacea delle fatture da parte dei contribuenti forfetari è un ostacolo al perseguimento di questi obiettivi.
Non è la prima volta che l’ipotesi viene avanzata, ma adesso l’ipotesi è divenuta un auspicio, da parte di un organismo autorevole come la Corte dei Conti, il quale, in audizione sul Documento di Economia e finanza 2021, il cosiddetto DEF, in tema di misure di contrasto all’evasione fiscale, parlando delle “misure finalizzate alla naturale emersione delle basi imponibili e all’adempimento spontaneo”, auspica l’estensione dell’obbligatorietà della fatturazione elettronica ai contribuenti in regime forfetario, in quanto la sua facoltatività “limita fortemente l’efficacia dello strumento che si dovrebbe basare sulla conoscenza completa degli scambi intercorsi tra i soggetti che svolgono attività economiche indipendenti, a prescindere dal regime fiscale cui sono sottoposti”.
Il parere della Corte dei Conti è autorevole, l’auspicio è chiaro, e si inserisce nel contesto di una strada tracciata dall’Agenzia delle Entrate sotto la supervisione del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il sistema della fatturazione elettronica, nonostante un avvio difficoltoso, appare oggi in Italia una realtà consolidata, anche grazie alla successiva digitalizzazione dei corrispettivi; e, se non v’è dubbio che verrà richiesta (e ottenuta) la sua proroga per il prossimo triennio, è almeno probabile che sarà anche richiesta anche l’estensione dell’obbligatorietà ai contribuenti forfetari.
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