La data di consegna del testo definitivo a Bruxelles si avvicina (30 aprile) e la proposta di recovery plan ha ottenuto il primo ok dalle Camere il 01 aprile. Ieri, 15 aprile, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avviato i primi colloqui con i partiti sul documento che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l'Italia vuole realizzare con i fondi europei di Next Generation EU. Nel pomeriggio ha incontrato, alle ore 17, la delegazione del Movimento Cinquestelle e successivamente, alle ore 18.30, la delegazione della Lega. Venerdì 16 incontrerà Forza Italia e Partito Democratico, lunedì 19 sarà la volta di Fratelli d’Italia e Italia Viva.
Nella giornata di mercoledì 14 aprile si è tenuto il confronto interistituzionale sul Recovery Plan nella Conferenza Unificata, sede congiunta della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali in cui sono intervenuti i ministri Roberto Cingolani, Ministro della transizione ecologica; Vittorio Amedeo Colao, Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale; Renato Brunetta, Ministro per la pubblica amministrazione.
Le tematiche affrontate durante la discussione sono state tre.
Digitalizzazione, illustrando l’agenda 2026. Al centro la connettività con investimenti in banda ultra larga/5G per tutte le famiglie, imprese, scuole e sedi sanitarie, PA digitale, semplificazione delle normative.
Transizione ecologica, illustrando obiettivi ed azioni previsti dal piano di resilienza e resistenza. Al centro l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile ed economia circolare.
Missione 1, componente 1, Pubblica Amministrazione, illustrando gli assi di riforma:
Una volta completata la riscrittura, il nuovo Recovery plan tornerà in Parlamento, il 26 e il 27 aprile, quando si svolgeranno le comunicazioni del premier alle Camere. Nel frattempo, intervenendo alla seduta straordinaria della Conferenza unificata, il premier ha anticipato ai rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome, dell’Anci e dell’Upi, presenti insieme ai ministri competenti, la struttura di governance del pnrr. Il coordinamento rimane centrale, il controllo dei progetti spetta alle amministrazioni. La struttura di coordinamento centrale supervisiona l’attuazione del Piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, a seguito del raggiungimento degli obiettivi previsti. A supporto di questa entità, ci saranno due ulteriori strutture: una di valutazione e una di controllo. Le amministrazioni saranno responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme, inviando i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale.
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