Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si sta avviando verso le discussioni conclusive in Parlamento per poi essere riesaminato e integrato dal Governo.
Successivamente ed entro il 30 aprile 2021 sarà trasmesso alla Commissione Ue.
Intanto, le singole commissioni parlamentari di Camera e Senato, hanno espresso parere favorevole.
Nella giornata del 24 marzo è stato reso disponibile un Dossier intitolato "PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA - (PNRR) DOC. XXVII, N. 18"- Sinstesi delle audizioni svolte in V Commissione Bilancio redatto dal Servizio Studi della Camera dei deputati.
Il Dossier contiene la sintesi delle audizioni svolte in V Commissione Bilancio con le proposte presentate da:
Tra i tanti interventi e proposte vediamo nel dettaglio e sinteticamente quanto evidenziato da Confindustria in merito al PNRR rimandando per gli altri interventi al Dossier che si allega.
Innanzitutto si specifica come l’efficacia del PNRR dipenda da una strategia complessiva, fondata su poche e chiare priorità oltre che efficaci riforme su:
Si tratta di superare, secondo Confindustria, gli storici “colli di bottiglia” che da decenni impediscono al Paese di incamminarsi su un sentiero di convergenza verso i principali competitor e la cui rimozione può dare un forte impulso alla crescita.
Si ritengono apprezzabili le misure in tema di giustizia che, oltre a interventi sulla disciplina del processo civile e penale, prefigurano un’azione decisa anche sul versante organizzativo.
Si sottolinea come dovrebbero assumere invece più intenso rilievo le iniziative per una maggiore specializzazione dei giudici, specie in ambiti come quello fiscale e concorsuale.
In tema di Riforma Fiscale si evidenzia la frammentarietà e parzialità degli indirizzi, mancando riferimenti alle azioni necessarie per restituire equità, semplicità e coerenza al sistema di prelievo, coordinando la tassazione del lavoro con quella del capitale e sui redditi di impresa, modernizzando la base imponibile IRES e riducendone l’aliquota nominale per attrarre nuovi investimenti.
Secondo l'associazione degli industriali, mancano riferimenti al virtuoso processo di digitalizzazione degli adempimenti che, in sinergia con investimenti in un’amministrazione fiscale solida, è determinante anche nel contrasto all’evasione.
In tema di governance, occorre valorizzare il sincronismo istituzionale, superando contrapposizioni e frammentazioni nel rapporto fra centro e periferia, tra mondo pubblico e attori privati.
In termini operativi, questo sincronismo potrebbe concretizzarsi, in fase di esecuzione del Piano, attraverso l’individuazione, per ciascun intervento, di un unico responsabile, con il compito di coordinare un team dedicato, composto dalle migliori professionalità selezionate nelle amministrazioni (centrali e locali) coinvolte nella realizzazione dei progetti, al fine di evitare veti incrociati sui temi decisivi per il rilancio del Paese, come lo sviluppo delle reti infrastrutturali, energetiche e di telecomunicazione.
A livello centrale, l’eventuale costituzione di una Cabina di regia politica presso la Presidenza del Consiglio dovrebbe essere coadiuvata da una struttura tecnica, composta da esperti nominati dalle più alte cariche istituzionali, con compiti di coordinamento e monitoraggio dei team ed eventuale attivazione di poteri sostitutivi, in caso di inerzie.
Al contempo, il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Piano richiede un sistematico coinvolgimento degli attori sociali, condividendo dati e informazioni e ingaggiando in itinere le parti sociali nella valutazione d’impatto dei progetti, oltre che nel monitoraggio degli effetti prodotti.
Occorre infine, secondo gli industriali, rafforzare le Missioni dedicate a istruzione e inclusione creando STEAM Space in tutte le 7.239 scuole medie italiane, anello debole del sistema scolastico, per garantire l’efficacia dell’orientamento e della formazione 4.0 degli insegnanti.
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