Il Presidente del CNDCEC Massimo Miani con una nota del 25 novembre si esprime sulla necessità di prevedere la sospensione di 30 gg dei termini per gli adempimenti:
nonché per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili, penali, amministrativi, contabili e tributari, che scadono nei trenta giorni successivi all’inizio di una malattia conclamata da Covid 19 o di una quarantena fiduciaria o di un isolamento obbligatorio, naturalmente sia per quanto riguardante il professionista sia per quanto di interesse dei sui clienti.
Vista anche la Nota della Divisione Contribuenti dell’Agenzia delle Entrate con la quale non si è ritenuto possibile sospendere o differire i termini degli adempimenti tributari in assenza di una specifica norma in tal senso, sospensione richiesta dai Tributaristi, Miani sottolinea la evidente disparità di trattamento patita dai professionisti.
Il presidente Miani specifica che proprio partendo dalla constatazione della mancanza di una norma specifica in materia il Consiglio Nazionale aveva chiesto lo scorso 12 novembre alla senatrice Donatella Conzatti e al senatore Eugenio Comincini di promuovere un emendamento al D.L. Ristori, attualmente in discussione presso le Commissioni riunite Finanze e Bilancio di Camera e Senato, che prevede la sospensione per 30 giorni dei termini per gli adempimenti tributari, previdenziali e assistenziali, nonché per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili, penali, amministrativi, contabili e tributari, che scadono nei trenta giorni successivi all’inizio di una malattia conclamata da Covid 19 o di una quarantena fiduciaria o di un isolamento obbligatorio di cui si discute.
Nella Informativa agli Ordini territoriali Miani afferma che “è evidente l’esigenza urgente di tutelare in modo sistematico, quanto meno nel periodo di pandemia, lo svolgimento delle attività professionali, anche nell’interesse dei destinatari di tali attività, evitando al contrario una considerazione caso per caso di ogni situazione, con la conseguente totale incertezza e disomogeneità di trattamento dei professionisti sul territorio nazionale e la nascita di inevitabili contenziosi”.
I commercialisti chiedon tutele nell’emergenza pandemica, ma ricordano anche che in un’audizione parlamentare dello scorso 6 novembre la categoria aveva già chiesto "una proposta seria e di riforma strutturale volta a valorizzare, ai fini dell’ottenimento di differimenti automatici dei termini in scadenza per la presentazione delle dichiarazioni fiscali, il diritto dei professionisti a sospendere l’attività lavorativa per situazioni di grave malattia, senza che da ciò possa discendere danno per i contribuenti che assistono, né per i professionisti medesimi, in termini di perdita della clientela per temporanea impossibilità di provvedere agli adempimenti di trasmissione telematica delle dichiarazioni fiscali”.
I commercialisti sottolineano quindi come sia prioritario sostenere nell’immediato tali richieste.
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