Il Ministero del Lavoro, con la Nota di prassi del 14.08.2020 n. 8115 scioglie le incertezze e le problematiche su una eventuale incompatibilità, tra impresa sociale e scelta della forma giuridica della società a responsabilità limitata. Nel contempo, definisce anche le linee programmatiche da dover seguire per la redazione dell'atto costitutivo.
Tali direttive devono integrarsi con quanto disposto dal codice civile e dalla normativa specifica di settore.
I funzionari del Ministero del lavoro sostengono che per essere un’impresa sociale, quello che conta davvero non è la forma giuridica ma lo svolgimento in via stabile e principale di un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti e favorendo il più ampio coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle loro attività (i relativi ricavi devono essere superiori al 70% dei ricavi complessivi, secondo criteri definiti attualmente dal d.m. 24 gennaio 2008)
I tecnici ci tengono a ricordare che nel caso di una Srl semplificata (art. 2463-bis del codice civile) è imprescindibile l'adozione dello specifico “modello standard (adottato con d.m. n. 138 del 23 giugno 2012 del Ministro della giustizia, di concerto con i Ministri dell’economia e delle finanze e dello sviluppo economico). Per contro, per diventare impresa sociale è necessario, in ogni caso, inserire nel proprio atto costitutivo alcune indicazioni obbligatorie previste dalla normativa specifica (dlgs 112/2017).
Bisogna, infatti, individuare:
Gli altri elementi imprescindibili da inserire nell’atto costitutivo sono i seguenti:
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