Il decreto Rilancio ancora in attesa di essere pubblicato in Gazzetta prevede all'art. 27 che le imprese, con un volume di ricavi non superiore a 250 milioni, e i lavoratori autonomi, con un corrispondente volume di compensi non sono tenuti al versamento del saldo dell’IRAP dovuta per il 2019 né della prima rata, pari al 40 per cento, dell’acconto dell’IRAP dovuta per il 2020. Rimane fermo l’obbligo di versamento degli acconti per il periodo di imposta 2019.
Il rinvio è dovuto alla situazione di crisi connessa all’emergenza epidemiologica da COVID-19 in atto ed era stato chiesto a gran voce dai rappresentanti delle imprese e categorie professionali.
L’applicazione della norma è esclusa per le banche e gli altri enti e società finanziari nonché per le imprese di assicurazione, le Amministrazioni e gli enti pubblici.
Il presidente dell'ordine del Commercialisti ed esperti contabili dopo l'esame del testo della norma, che ancora ad oggi circola in bozza, aveva avanzato il dubbio che non si trattasse di una cancellazione definitiva ma solo di un differimento finanziario del versamento del saldo 2019 e acconto 2020 e aveva lanciato un grido di allarme.
Ma immediatamente lo stesso Presidente Miami ha comunicato che da fonti del Mef è arrivato un netto chiarimento sulla definitiva cancellazione del saldo e dell’acconto Irap dovuti a giugno.
Sempre lo stesso Presidente auspica che la scelta dell’esecutivo emerga con uguale chiarezza anche dalla lettera della norma perché, al di là delle ottime intenzioni e di quello che può essere scritto in una relazione tecnica, i dubbi che genera il testo delle bozze ufficiali del Decreto Rilancio erano e sono, in punta di diritto, tutt’altro che privi di fondamento.